Bolzano, Göttingen, 8 gennaio 2007
In seguito alla vittoria ottenuta lo scorso 13
dicembre davanti alla Corte Suprema del Botswana, un primo gruppo
di Boscimani San ha tentato nei primi giorni di gennaio di
tornare nella propria terra nel Kalahari Wildpark. Nonostante la
Corte Suprema avesse dichiarato illegale il dislocamento forzato
dei Boscimani San dal Kalahari Wildpark, Jumanda Gajelegone,
portavoce dell'organizzazione di auto-aiuto "First People of the
Kalahari", riferisce che "siamo rimasti sorpresi, arrabbiati e
tristi quando la nostra gente non è stata fatta passare
dai cancelli della riserva ed è stata mandata via".
I San ovviamente non hanno intenzione di arrendersi e nel corso
della prossima settimana un gruppo di circa 100 San intende
reclamare il proprio diritto a tornare a casa ripresentandosi ai
cancelli del Kalahari Wildpark. Purtroppo però sono
già previsti nuovi conflitti tra i San e il governo del
Botswana che pur accettando il verdetto della Corte Suprema
intende applicarlo in modo alquanto restrittivo, permettendo il
ritorno a casa solamente ai 189 San promotori della causa da poco
conclusa. La rigida posizione del governo e il suo accanimento
nel voler impedire a un gruppo maggiore di San di riappropriarsi
delle proprie terre tradizionali preoccupa l'organizzazione
"First People of the Kalahari", secondo la quale tutti i San, che
siano stati o no promotori della causa contro il governo, devono
avere il diritto di tornare a casa.
Il governo del Botswana persegue da circa 22 anni una politica
di dislocamento forzato della popolazione San del Kalahari. Nel
corso degli anni la maggior parte dei circa 50.000 San era stata
costretta a trasferirsi in complessivamente 63 villaggi situati
al di fuori del parco del Kalahari. Per convincere anche i pochi
rimasti a lasciare i villaggi tradizionali, nel febbraio 2002 il
governo ha tagliato loro l'approvvigionamento di acqua e di luce
elettrica. Le guardie poste nei luoghi di accesso al parco
impediscono l'entrata a chiunque tenti di tornare a casa. Dopo
anni di processi il 13 dicembre scorso la Corte Suprema del
Botswana aveva giudicato illegali i dislocamenti e aveva
riconosciuto ai San il loro diritto al ritorno nella terre
tradizionali nel parco del Kalahari.