Bolzano, 18 gennaio 2008
In occasione della recente visita in
Medio Oriente del presidente statunitense George W. Bush,
l'Associazione per i Popoli Minacciati (APM) esprime la sua
profonda preoccupazione per gli avvenimenti in corso nei
Territori Occupati Palestinesi e per l'aggravarsi delle
condizioni di vita della popolazione palestinese, in particolare
nella Striscia di Gaza dove si profila una crisi umanitaria
sempre più grave. Nell'ottobre del 2007, John Dugard,
relatore speciale dell'ONU, denunciò l'aggravarsi della
crisi umanitaria con l'80% della popolazione sotto la soglia di
povertà che convive con la mancanza di cure mediche, la
scarsità di energia elettrica e le continue incursioni
militari. A Gaza, secondo l'esponente ONU, si stava consumando
una vera tragedia umanitaria.
Sono passati 4 mesi e la situazione non è affatto
migliorata e inutili sono stati anche gli appelli della Croce
Rossa Internazionale, delle ONG , delle agenzie dell'ONU, di
intellettuali e società civile e di diverse associazioni
pacifiste israeliane. Gli attacchi da parte dell'esercito
israeliano sono aumentati di intensità (25 morti e decine
di feriti solo in questa settimana), l'utilizzo dell'acqua
potabile non è più possibile e le autorità
israeliane non consentono l'arrivo di acqua imbottigliata e pompe
idriche. Le autorità israeliane ostacolano anche l'accesso
alle cure sanitarie per malati gravi impedendo loro di uscire da
Gaza (sono 72 i palestinesi finora deceduti per questo motivo) e
il passaggio dei TIR con merci e prodotti di prima
necessità è calato del 90%.
L'APM condanna con decisione ogni atto di violenza commesso da
entrambi gli schieramenti, ma crede anche che l'unico modo per
porre le basi per un serio dialogo di pace e per togliere forza a
gruppi e movimenti fondamentalisti sia il pieno rispetto degli
accordi internazionali siglati, della condanna della Corte
Internazionale dell'Aia di ciò che molte organizzazioni
israeliane pacifiste chiamano "il muro dell'apartheid" e il
rispetto e la salvaguardia della dignità della popolazione
civile palestinese.
L'APM ribadisce il contenuto del documento presentato alla sesta
sessione del Consiglio per i Diritti Umani dell'ONU in agosto
2007, in cui si condannano tutte le violazioni dei diritti umani
di entrambe le parti in conflitto, la discriminazione e
l'apartheid messa in atto dal governo e dall'amministrazione
israeliana nei confronti della popolazione palestinese e beduina,
e chiede al governo israeliano di impegnarsi finalmente e
seriamente per l'istituzione e il riconoscimento dello Stato di
Palestina nelle frontiere del 1967 con piena sovranità. Si
appella alle istituzioni internazionali perché ascoltino,
sostengano e rafforzino le molti voci, sia palestinesi sia
israeliane, che chiedono la riconciliazione e la pace,
così come agli interlocutori nel mondo arabo perché
riconoscano lo Stato di Israele e cessino il loro supporto ad
azioni di terrore palestinesi contro Israele.