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Bolzano, Göttingen, 4 gennaio 2012
Donne sudanesi. Foto: archivio GfbV.
In considerazione dei continui bombardamenti di villaggi nel
Sud Kordofan da parte dell'aviazione sudanese, l'Associazione per
i Popoli Minacciati (APM) si è appellata al Consiglio di
Sicurezza dell'ONU affinché si impegni per l'immediata
fine dei bombardamenti. Inoltre l'APM chiede che il Consiglio di
Sicurezza insista per ottenere dalle autorità sudanesi il
libero accesso delle organizzazioni umanitarie alle regioni in
conflitto nelle province del Sud Kordofan e del Nilo Blu. Oltre
300.000 civili si trovano tra il fuoco dell'esercito sudanese e
del movimento di liberazione SPLM-North e non possono accedere ad
alcun aiuto umanitario.
Dal 2 gennaio 2012 ad oggi nel Sud Kordofan l'aviazione sudanese
ha bombardato i quattro villaggi di Al Buram, Kao, Naro e Warli.
Durante gli attacchi sono morti almeno 7 civili, altri otto sono
stati feriti, 28 case sono state bruciate e una moschea distrutta
parzialmente. I bombardamenti di villaggi continuano anche nella
provincia del Nilo Blu. Da metà dicembre 2011 ad oggi
circa 50.000 persone provenienti dalle regioni occidentali della
provincia sono fuggite dalle loro case e sopravvivono ora
solamente grazie agli aiuti umanitari.
La continua arbitrarietà dei bombardamenti sulla
popolazione inerme, la distruzione di mercati, chiese, moschee e
abitazioni è un crimine contro l'umanità che non
può essere giustificato con la lotta ai ribelli del
SPLM-North, scrive l'APM al Consiglio di Sicurezza, anche il
Sudan deve attenersi ai codici internazionali di condotta nei
conflitti armati, secondo i quali la tutela della popolazione
civile deve essere decisamente prioritaria.
A differenza di quanto sostengono le autorità sudanesi, i
bombardamenti non servono a mantenere né l'ordine
né la legalità né tanto meno servono a
combattere efficacemente i movimenti di liberazione attivi nel
paese. Sono invece semplici atti di minaccia e di punizione
contro intere collettività che violano il diritto
umanitario internazionale. L'APM ricorda inoltre che il
sistematico bombardamento dei civili durante i conflitti militari
non è una novità in Sudan. I bombardamenti sui
civili hanno colpito il Sud Sudan così come continuano a
colpire anche la popolazione del Darfur.
Vedi anche in gfbv.it:
www.gfbv.it/2c-stampa/2011/111214it.html
| www.gfbv.it/2c-stampa/2011/110920it.html
| www.gfbv.it/2c-stampa/2011/110824it.html
| www.gfbv.it/2c-stampa/2011/110812it.html
| www.gfbv.it/2c-stampa/2011/110803it.html
| www.gfbv.it/2c-stampa/2011/110621it.html
| www.gfbv.it/2c-stampa/2011/110610it.html
| www.gfbv.it/2c-stampa/2011/110523it.html
| www.gfbv.it/2c-stampa/2011/110107it.html
| www.gfbv.it/3dossier/africa/nuer-dinka.html
| www.gfbv.it/3dossier/africa/darfur-it.html
| www.gfbv.it/3dossier/africa/darfur-man.html
in www: http://it.wikipedia.org/wiki/Kordofan
| http://it.wikipedia.org/wiki/Sudan
| www.campagnasudan.it
| www.hrw.org/en/reports/2010/06/29/democracy-hold-0