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Siria: la Russia fornisce armi alla Siria

APM chiede la sospensione del diritto di voto della Russia nel Consiglio Europeo

Bolzano, Göttingen, 24 gennaio 2012

Una veduta della città siriana di Hama. Una veduta della città siriana di Hama.

In seguito alle recenti forniture di armi alla Siria, l'Associazione per i Popoli Minacciati (APM) ha chiesto che alla delegazione russa nell'assemblea parlamentare del Consiglio Europeo venga tolto il diritto di voto. In una lettera al presidente del Consiglio europeo e agli stati membri, l'APM chiede che la sospensione della Russia sia votata ancora questa settimana, durante l'attuale sessione di sedute.

Mentre l'Unione Europea rafforza le sanzioni contro la Siria, gli Stati Uniti continuano a fare pressione sul presidente siriano Assad e in Siria ogni giorno vengono commesse gravi violazioni dei diritti umani, la Russia contraddice apertamente l'Europa e decide la vendita di aerei da combattimento alla Siria. La politica sugli armamenti della Russia annulla quindi ogni seppur debole tentativo dell'Europa di porre termine alle violazioni dei diritti umani in corso in Siria e di dare impulso alla democratizzazione del paese mediorientale. La sospensione del diritto di voto della Russia costituirebbe una chiara e forte presa di posizione dell'Europa a favore dei diritti umani.

Lo scorso 23 gennaio 2012 il quotidiano russo "Kommersant" ha pubblicato un articolo secondo il quale la Russia starebbe preparando la vendita alla Siria di 36 aerei da combattimento per un valore complessivo di 425 milioni di Euro. Gli aerei Yak-130 vengono usati soprattutto per attacchi a bersagli di terra. La Russia è fin dai tempi dell'Unione Sovietica uno stretto alleato della Siria a cui negli anni ha fornito aerei, missili, carri armati e altri armamenti moderni. Solamente poco tempo fa, a metà gennaio 2012, la Russia ha fornito alla Siria 60 tonnellate di munizioni. Dopo le critiche espresse alla politica russa, il Consiglio Europeo - la più datata istituzione a tutela dei diritti umani - deve ora far seguire dei fatti, altrimenti - si legge nella lettera dell'APM - lo stesso Consiglio Europeo risulterà assai poco credibile.