In: Home > News > Thailandia: Ramadan di sangue. Si inasprisce la guerra civile nel sud della Thailandia
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Bolzano, Göttingen, 9 agosto 2012
Thailandia, monaco a Pattani.
L'Associazione per i Popoli Minacciati (APM) mette in guardia
da un aumento della violenza nella Thailandia meridionale dove
gli attentati politici sono ormai quotidianità.
Dall'inizio del 2012 ad oggi la guerra civile tra truppe armate
musulmane e l'esercito thailandese ha fatto 103 morti e 240
feriti. La violenza non è diminuita nemmeno nel mese santo
del Ramadan nonostante la maggioranza della popolazione della
Thailandia meridionale sia di fede musulmana: dall'inizio del
Ramadan ci sono già stati 14 morti. Oltre 5.000 persone
sono morte per le violenze dall'inizio della guerra civile nel
2004. L'APM si appella urgentemente alla comunità
internazionale affinché sostenga una reale e seria
iniziativa per la pace nel sud della Thailandia.
La guerra civile che sconvolge la regione di Pattani e la sua
popolazione in grande maggioranza di fede musulmana è uno
di quei conflitti che passano inosservati dalla comunità
internazionale. L'intensificarsi del conflitto potrebbe
però destabilizzare la Thailandia e altre regioni
dell'Asia sudorientale, tanto più che il governo
thailandese ha deciso di puntare su una vittoria militare sul
movimento armato che chiede maggiore autonomia o in alternativa
l'indipendenza della regione.
La premier thailandese Yingluck Shinawatra ha annunciato
mercoledì 8 agosto la creazione di un nuovo centro di
comando per tutte le operazioni militari e di sicurezza nelle
province di Pattani, Yala e Narathiwat in cui infuriano i
combattimenti. La sede principale del nuovo centro di comando
sarà a Bangkok e il centro dovrà coordinare il
lavoro dei servizi di sicurezza e di 17 ministeri. Nella regione
di Pattani dovranno essere istituite 13 zone strategicamente
importanti nelle quali verranno ulteriormente inasprite le misure
di sicurezza. Il generale Panlop Pinmanee, consigliere per la
sicurezza della premier, ha addirittura chiesto che l'esercito
risponda alla crescente violenza con tattiche di
guerriglia.
Per la popolazione civile di Pattani tutto ciò non
può che significare un ulteriore peggioramento della
situazione. Otto anni di guerra civile hanno dimostrato che i
ribelli di questa parte a lungo trascurata e discriminata del
paese non possono essere battuti facilmente sul piano militare.
Il governo deve quindi finalmente e seriamente impegnarsi in
trattative di pace.
Vedi anche in gfbv.it:
www.gfbv.it/2c-stampa/2010/101105it.html
| www.gfbv.it/2c-stampa/2009/090904it.html
| www.gfbv.it/2c-stampa/2009/090519it.html
| www.gfbv.it/2c-stampa/2008/080131it.html
in www: www.asianews.it/index.php?l=it&art=9972
|
www.ohchr.org/EN/Countries/AsiaRegion/Pages/THIndex.aspx |
http://it.wikipedia.org/wiki/Thailandia