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Bolzano, Göttingen, 25 febbraio 2013
Il Consiglio per i Diritti Umani dell'ONU (UNHRC) a Ginevra. Foto: Jean-Marc Ferré/UN Photo.
All'apertura della 22a sessione del Consiglio per i Diritti
Umani dell'ONU (UNHRC) a Ginevra, l'Associazione per i Popoli
Minacciati (APM) ha chiesto maggiore tutela per le minoranze
vittime dei conflitti dimenticati. Mentre i mezzi di informazione
di tutto il mondo riportano le sofferenze patite dalla
popolazione civile siriana, nessuno informa del fatto che da
dieci mesi il Sudan nega alle organizzazioni umanitarie l'accesso
alla regione del Sud-Kordofan nonostante la risoluzione 2046 del
Consiglio di Sicurezza dell'ONU del 2 maggio 2012 imponga al
Sudan di rendere immediatamente possibile l'accesso degli aiuti
umanitari alla regione in conflitto del Sud-Kordofan. Alcuni
altri paesi in cui la tutela delle minoranze lascia molto a
desiderare sono il Pakistan, la Cina e la Birmania.
L'APM critica il Consiglio per i Diritti Umani dell'ONU
accusandolo di prendere atto solo parzialmente delle violazioni
per i diritti umani in corso. Mentre da un lato - giustamente -
vi sono sedute speciali per la situazione in Medio Oriente, il
Consiglio non sembra essersi accorto che da aprile 2012 quasi
800.000 persone sono in fuga da una nuova escalation di violenza
nella Repubblica Democratica del Congo. Il governo congolese nega
a osservatori indipendenti l'accesso al paese ma ciò
nonostante l'UNHRC non nomina nemmeno un incaricato speciale che
almeno documenti i crimini che stanno scuotendo il paese africano
quali saccheggi, incendi di villaggi, stupri e assassini.
L'esempio della Repubblica Democratica del Congo mostra quanto
lontano sia il mondo da una reale ed efficace tutela dei diritti
umani se un paese può addirittura rifiutare impunemente
anche la sola documentazione dei gravi crimini commessi sul suo
territorio.
In occasione dell'apertura della 22a sessione del Consiglio per i
Diritti Umani, l'APM ha presentato delle prese di posizione
scritte circa alcune situazioni particolarmente gravi di
violazioni dei diritti umani come la situazione di
impunità in Sri Lanka e in Pakistan. A quattro anni dalla
fine della guerra civile in Sri Lanka i crimini commessi contro
la popolazione civile continuano a essere impuniti. In Pakistan
invece le forze di sicurezza continuano impunemente a rapire,
torturare e uccidere persone appartenenti al gruppo etnico dei
Beluci. Sempre in Pakistan gli Hazara di fede sciita sono tuttora
vittime del terrore di estremisti sunniti. In altre prese di
posizione l'APM ricorda la situazione in Birmania e in Cina. In
Birmania il governo continua a negare alla popolazione Rohingya
di fede musulmana il riconoscimento dei propri diritti e la
tutela dovuta. In Cina invece le autorità perseguono la
politica dell'assimilazione sottraendo ai nomadi tibetani, uiguri
e mongoli la loro base vitale e, obbligandoli a diventare
sedentari, essi vengono privati dei mezzi di sussistenza
tradizionali.
Vedi anche in gfbv.it:
www.gfbv.it/2c-stampa/2013/130215it.html |
www.gfbv.it/2c-stampa/2012/120605it.html
| www.gfbv.it/2c-stampa/2012/120301it.html
| www.gfbv.it/2c-stampa/2012/120203it.html
www.gfbv.it/2c-stampa/2010/101001it.html
in www:
it.wikipedia.org/wiki/Consiglio_per_i_diritti_umani_delle_Nazioni_Unite
|
www.ohchr.org/EN/HRBodies/HRC/RegularSessions/Session22/Pages/22RegularSession.aspx