In: Home > News > Conferenza della Comunità economica degli stati dell'Africa centrale (CEEAC) sulla situazione nella Repubblica Centrafricana (9 gennaio 2014)
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Bolzano, Göttingen, 9 gennaio 2014
Il Presidente ad interim della Repubblica Centrafricana Michel Djotodia. Foto: CC BY-NC-ND 2.0 Bureau Intégré des Nations Unies en Centrafrique (flickr.com).
In occasione del vertice della Comunità economica degli
stati dell'Africa centrale (CEEAC - Communauté
économique des États d'Afrique centrale) indetto
dal governo del Ciad a N'Djamena (Ciad) per valutare la
situazione nella Repubblica Centrafricana, l'Associazione per i
Popoli Minacciati (APM) critica fortemente l'esclusione della
società civile nelle ricerca di soluzioni per porre fine
ai conflitti nel paese. Secondo l'APM, è completamente
irrealistico pensare di poter trovare soluzioni efficaci con un
breve vertice di un solo giorno in cui a decidere saranno non gli
esponenti della società civile centrafricana ma
l'organizzazione economica di dieci paesi. Una pace duratura nel
paese segnato da violenze e violazioni dei diritti umani
potrà essere ottenuta solamente grazie a un comune
processo di pacificazione elaborato da tutta la società
civile rappresentata dai maggiori partiti politici, dalle
organizzazioni non governative e dalle comunità religiose
presenti nel paese.
Gli stati aderenti alla CEEAC decideranno oggi 9 gennaio circa un
impasto di governo nella Repubblica centrafricana dopo l'evidente
fallimento del presidente ad interim Michel Djotodia nel gestire
la situazione e i ribelli di Seleka, suoi ex-alleati. Secondo
l'APM, l'interesse principale del governo del Ciad è
quello di mantenere la propria influenza nella gestione della
situazione nella Repubblica Centrafricana mentre risulta evidente
che le truppe della missione africana MISCA e quelle francesi non
sono in grado di garantire l'accesso delle organizzazioni
umanitarie ai 2,2 milioni di persone che in questa situazione
dipendono completamente dagli aiuti internazionali per la propria
sopravvivenza.
L'Unione Europea deciderà il prossimo 10 gennaio
sull'eventuale invio di 1.000 militari nel paese africano. Non
è però chiaro quanto i governi europei siano
interessati a sostenere una missione militare nella Repubblica
Centrafricana e di conseguenze se gli eventuali militari inviati
avranno il compito di contribuire in modo attivo al mantenimento
della pace. Solo ieri le Nazioni Unite hanno messo in guardia dal
pericolo di nuovi massacri e scontri sanguinosi tra i seguaci
delle diverse fazioni nel paese.
Vedi anche in gfbv.it:
www.gfbv.it/2c-stampa/2014/140103it.html |
www.gfbv.it/2c-stampa/2013/131211it.html
| www.gfbv.it/2c-stampa/2013/131124it.html
| www.gfbv.it/2c-stampa/2005/050513it.html
in www: http://it.wikipedia.org/wiki/Repubblica_Centrafricana