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Nigeria: più sviluppo e meno corruzione sono gli strumenti per la lotta a Boko Haram

Paesi centrafricani mettono a disposizione 100 milioni di dollari per la lotta a Boko Haram e chiedono intervento dell'ONU

Bolzano, Göttingen, 17 febbraio 2015

Cartina etnica della Nigeria. Cartina etnica della Nigeria.

I rappresentanti di dieci nazioni africane si sono riuniti sotto l'egida dell'ECCAS (Comunità economica degli Stati dell'Africa Centrale) nella capitale camerunense Yaoundé per decidere un piano condiviso di lotta alla setta radicale Boko Haram. Nella dichiarazione di Yaoundé rilasciata ieri 16 febbraio, i rappresentanti africani hanno messo a disposizione dei paesi maggiormente afflitti dall'attività di Boko Haram, Camerun e Ciad oltre che la Nigeria del Nord, un fondo speciale di circa 100 milioni di dollari USA per la lotta alla setta fondamentalista. L'Associazione per i Popoli Minacciati (APM) si augura che l'ingente somma non venga utilizzata solamente per l'acquisto di armi nuove e le missioni degli eserciti, ma che serva principalmente a sostenere lo sviluppo nelle regioni di frontiera tra Camerun e Nigeria dove attualmente infuriano i combattimenti con i miliziani di Boko Haram.

La popolazione della regione vive in condizioni di estrema povertà e in particolare i giovani, senza alcuna prospettiva di futuro, sono un bersaglio facile della propaganda di Boko Haram. Se veramente si vuole sicurezza e stabilità nella regione allora bisogna avviare uno sviluppo reale per la popolazione locale e sconfiggere finalmente la povertà. Questo a sua volta presuppone una lotta seria alla corruzione per far sì che i finanziamenti concessi raggiungano effettivamente la popolazione.

L'ECCAS stessa ha annunciato che i finanziamenti saranno utilizzati anche per l'assistenza alla popolazione civile fuggita dai combattimenti e chiede una missione di pace dell'ONU. Finora le Nazioni Unite hanno reagito alla richiesta con molta cautela ricordando che la lotta a Boko Haram necessita non di singoli interventi slegati uno dall'altro ma di un concetto unitario che affronti anche le ragioni profonde della crisi.

I paesi che partecipano all'ECCAS sono Camerun, Ciad, Gabon, Repubblica del Congo, Repubblica Democratica del Congo, Angola, Guinea Equatoriale, Burundi, São Tome e Príncipe, Repubblica Centrafricana.