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Bolzano, Göttingen, 13 aprile 2015
Nigeria: proteste per la liberazione delle 219 studentesse rapite. Foto: Michael Fleshma/Flickr.
A un anno dal rapimento di 219 studentesse da parte del
gruppo terroristico Boko Haram in Nigeria, l'Associazione per i
Popoli Minacciati (APM) ha chiesto alla comunità
internazionale e in particolare al governo nigeriano nuove
iniziative e maggiore impegno per la liberazione delle ragazze.
L'APM critica soprattutto l'operato delle istituzioni e del
governo nigeriano che nel caso delle studentesse rapite si sono
dimostrati gravemente disorganizzati e poco seri.
Lo scorso 14 aprile 2014 il gruppo terroristico Boko Haram ha
attaccato una scuola nel villaggio di Chibok (stato federale del
Borno) e rapito 276 ragazze tra i 12 e i 17 anni. Le ragazze
erano state abbandonate al loro destino dopo che si era diffusa
la voce dell'imminenza di un attacco di Boko Haram e insegnanti,
soldati e forze dell'ordine erano scappati lasciando le ragazze
completamente sole a scuola. Nel corso del rapimento e del
trasferimento delle studentesse, 57 ragazze sono riuscite a
fuggire mentre delle restanti 219 si è persa fino ad oggi
ogni traccia.
Le forze di sicurezza nigeriane hanno più volte assicurato
che le ragazze sarebbero presto state liberate, ma di fatto si
è sempre trattato di promesse vane. Durante le indagini e
ricerche, le autorità hanno inizialmente escluso che le
ragazze fossero state rapite, poi hanno completamente escluso i
genitori e parenti delle ragazze che in diversi casi sono stati
addirittura criminalizzati, hanno impedito ogni dibattito sul
caso e sono addirittura arrivati a dichiarare che le ragazze
erano già state liberate, salvo poi doversi rimangiare
l'annuncio. Nel corso di quest'anno il capo dell'esercito e
importanti rappresentanti del governo hanno più volte
dichiarato di conoscere il luogo in cui le studentesse venivano
tenute nascoste solo per dover ammettere più tardi di non
avere in realtà informazioni credibili. E' evidente che
manca ogni strategia per la liberazione delle ragazze. Da un lato
sono state avviate trattative con persone inverosimilmente in
contatto con il gruppo terroristico e contemporaneamente sono
stati più volte bombardati i luoghi in cui le
autorità presupponevano fossero nascoste le studentesse.
Se le 219 ragazze ostaggio di Boko Haram dovessero ancora essere
in vita di certo il merito non è delle autorità e
forze dell'ordine nigeriane.
Per la liberazione delle 219 studentesse si erano mobilitate
personalità in ogni campo, da Michelle Obama alla
vincitrice del premio Nobel per la Pace Malala Yousafzai.
L'Associazione per i Popoli Minacciati chiede che le 219 ragazze
non siano dimenticate e che il mondo torni a impegnarsi per la
loro liberazione.
Vedi anche in gfbv.it:
www.gfbv.it/2c-stampa/2015/150217it.html |
www.gfbv.it/2c-stampa/2014/141201it.html
| www.gfbv.it/2c-stampa/2014/140926it.html
| www.gfbv.it/2c-stampa/2014/140912it.html
| www.gfbv.it/2c-stampa/2014/140716it.html
| www.gfbv.it/2c-stampa/2014/140304it.html
| www.gfbv.it/2c-stampa/2014/140213it.html
| www.gfbv.it/3dossier/africa/nigeria-it.html
in www: it.wikipedia.org/wiki/Delta_del_Niger
| http://it.wikipedia.org/wiki/Nigeria
| it.wikipedia.org/wiki/Guerra_civile_nigeriana