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Missione di osservatori europei in Brasile

Guaranì Kaiowà chiedono aiuto per il rispetto dei loro diritti territoriali e la fine delle violenze

Bolzano, Göttingen, 6 settembre 2017

Una protesta dei Guaraní-Kaiowá per le tante persone uccise dalle forze di sicurezza dei grandi proprietari terrieri. Foto: GfbV. Una protesta dei Guaraní-Kaiowá per le tante persone uccise dalle forze di sicurezza dei grandi proprietari terrieri. Foto: GfbV.

Il popolo dei Guaranì Kaiowa in Brasile, minacciati nella sopravvivenza, chiedono all'opinione pubblica europea di esercitare pressione sul governo brasiliano affinché ponga fine alle violenze perpetrate contro la popolazione indigena nello stato federale del Mato Grosso do Sul e vengano finalmente riconosciuti i loro diritti territoriali. L'appello formulato da diversi capi tradizionali dei Guaranì Kaiowa è stato consegnato a otto delegati della Rete europea per il sostegno dei Guaranì Kaiowa (Guaraní-Kaiowá Support Network) che nella settimana dal 28 agosto al 3 settembre 2017 hanno visitato alcune aree riconquistate (retomadas) dai Guaranì, i luoghi di sepoltura delle vittime dei gruppi paramilitari, i luoghi in cui si sono registrate le maggiori violenze contro i Guaranì Kaiowa e alcune riserve. I delegati provenienti da Spagna, Portogallo, Catalogna, Italia e Germania sono stati accompagnati dalla fotografa Katie Mähler e dall'antropologa Sabrina Tschiche, entrambe rappresentanti dell'Associazione per i Popoli Minacciati (APM).

Lo scambio con molte persone appartenenti al popolo dei Guaranì Kaiowa hanno evidenziato la violenza quotidiana che i membri di questo popolo subiscono e che condiziona tutta la loro vita. Molti villaggi dei Guaranì Kaiowa sono completamente circondati dalle tenute di grandi proprietari terrieri e i Kaiowa, spesso impossibilitati a muoversi oltre i loro villaggi, subiscono le conseguenze del massiccio utilizzo di pesticidi usati nelle proprietà terriere. Quando i Kaiowa tentano di andare a caccia di sussistenza nei pochi boschi rimasti vengono aggrediti dalle forze di sicurezza dei proprietari terrieri che non esitano a sparare alle persone. Molti degli omicidi commessi contro i Kaiowa non vengono perseguiti dalla giustizia e restano impuniti. E' inoltre prassi che i Kaiowa vengano cacciati dalle terre in cui si trovano. In questi casi resta loro pochissimo tempo per radunare le proprie cose prima che arrivino i bulldozer a distruggere le loro case e i loro campi. Le loro terre vengono transennate e per visitare le tombe dei loro parenti e antenati devono intrufolarsi di nascosto nei loro antichi territori per non rischiare di essere uccisi a colpi di arma da fuoco dalle guardie spesso ubriache.

Insieme alle rappresentanti e ai rappresentanti del consiglio dei Guaranì Kaiowa (Aty Guasu) che esiste ormai da 40 anni, insieme al consiglio delle donne (Aty Kunha), al consiglio dei giovani (Aty Raj) e ai leader spirituali (Nhande Rys e Nhande Sys), i delegati europei hanno elaborato idee per la formazione di una rete di sostegno europea. Tra i compiti di questa rete di sostegno figura l'individuazione delle imprese responsabili del furto di terre dei Kaiowa, del disboscamento e della messa in fuga delle comunità indigene. Si tratta perlopiù di imprese agroalimentari che utilizzano la terra rubata ai Kaiowa per installare piantagioni di soia e di canna da zucchero. La richiesta è che le imprese responsabili così come i proprietari terrieri che assoldano guardie armate per bloccare i Kaiowa che tentano di tornare nelle proprie terre debbano rendere conto dei loro crimini davanti alla giustizia. Le guardie armate assoldate dai proprietari terrieri sono in realtà dei veri e propri squadroni della morte che dal 1998 ad oggi si sono rese responsabili dell'assassinio di 800 persone. Il popolo dei Guaranì Kaiowa dello stato federale del Mato Grosso da Sul conta circa 50.000 persone ed è uno dei maggiori popoli indigeni del Brasile.