In: Home > News > Crisi Rohingya: discorso deludente del Premio Nobel per la Pace
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Bolzano, Göttingen, 19 settembre 2017
Aung San Suu Kyi nel suo discorso ha sottolineato che, indipendentemente dalla loro religione e origine etnica, verrà chiesto conto a tutti i responsabili delle violazioni dei diritti umani. Foto: Parlamento europeo.
L'Associazione per i Popoli Minacciati (APM) teme che il tanto
acclamato discorso sullo stato della nazione da parte della
Consigliera di Stato della Birmania Aung San Suu Kyi non
aiuterà a fermare l'esodo dei musulmani Rohingya dal
paese. Il premio Nobel per la Pace ha evitato un affronto alla
comunità internazionale condannando tutte le violazioni
dei diritti umani. Ma con le sue dichiarazioni che hanno
banalizzato e ridimensionato la situazione dei Rohingya non ha
certo creato un clima di fiducia da parte della minoranza
perseguitata, provocando solo incomprensione e
disapprovazione.
Questo discorso può aver soddisfatto i diplomatici,
perché conteneva tutti i luoghi comuni e le generiche
argomentazioni sui diritti umani. Per noi attivisti per i diritti
umani, però, il discorso era una presa in giro
perché non ha tenuto assolutamente conto della
gravità della situazione per i Rohingya oltre a non
lasciar intravedere alcuna soluzione politica al conflitto. Dal
25 agosto 2017 circa 440.000 persone sono fuggite dalla violenza
nello stato di Rakhine, tra cui anche circa 30.000 Rakhine
buddisti e indù.
Aung San Suu Kyi aveva sottolineato nel suo discorso che tutti i
responsabili delle violazioni dei diritti umani sarebbero stati
chiamati a rispondere dei propri crimini, indipendentemente dalla
loro religione e origine etnica. Tuttavia il Premio Nobel per la
Pace ha evitato di parlare delle responsabilità
dell'esercito, che è responsabile, secondo tutti i
racconti dei testimoni oculari, della maggior parte delle
violazioni dei diritti umani. Se i militari non saranno puniti
per la loro politica della terra bruciata, non ci potrà
essere pace duratura e riconciliazione nello Stato di
Rakhine.
Per l'APM l'affermazione di Aung San Suu Kyi secondo cui la
maggior parte della Rohingya non sia fuggita è "ignorante
e grossolanamente banale". Solo nelle ultime tre settimane
più di un terzo di questa popolazione è fuggita
dalle proprie case: per questo ci devono essere ragioni
particolarmente gravi. Se il premio Nobel per la Pace non vuole
comprendere quali fattori abbiano scatenato questo esodo di
massa, allora probabilmente soffre di un distacco dalla
realtà.
L'organizzazione per i diritti umani ha anche accusato la
Consigliera di Stato di non assumersi le proprie
responsabilità per l'escalation della crisi dei Rohingya.
Aung San Suu Kyi è stata il Premier de facto della
Birmania per un anno e mezzo. In tutto questo tempo non ha fatto
nulla per porre fine all'esclusione modello apartheid e alla
discriminazione dei Rohingya e per promuovere la riconciliazione
tra i buddisti e la minoranza musulmana.
Vedi anche in gfbv.it:
www.gfbv.it/2c-stampa/2017/170911it.html |
www.gfbv.it/2c-stampa/2017/170905it.html |
www.gfbv.it/2c-stampa/2017/170206it.html |
www.gfbv.it/2c-stampa/2017/170118it.html |
www.gfbv.it/2c-stampa/2016/160523it.html
| www.gfbv.it/2c-stampa/2015/150813it.html
| www.gfbv.it/2c-stampa/2015/150528it.html
| www.gfbv.it/2c-stampa/2015/150514it.html
| www.gfbv.it/2c-stampa/2015/150505it.html
| www.gfbv.it/2c-stampa/2015/150114it.html
| www.gfbv.it/3dossier/asia/burma/burma-1it.html
| www.gfbv.it/3dossier/asia/burma/birmania.html
| www.gfbv.it/3dossier/asia/burma/burma-shan-it.html
in www: www.un.org/apps/news/story.asp?NewsID=56103
|
www.ec.europa.eu/echo/files/aid/countries/factsheets/rohingya_en.pdf
|
www.caratteriliberi.eu/2014/01/29/mondo/la-transizione-birmana/
|
www.ilpost.it/2017/09/17/ribelli-rohingya-arsa-myanmar-terrorismo/
|
www.lifegate.it/persone/news/land-grabbing-myanmar