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Thomas Benedikter
Bolzano, 9 dicembre 2010
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Conferimento del Nobel per la pace al dissidente
cinese Liu Xiaobo | La "CHARTA 08"
Liu Xiaobo, attivista per i diritti umani cinese. Foto: GfbV.
Domani, 10 dicembre, a Oslo verrà assegnato il Premio
Nobel per la Pace all'attivista cinese per i diritti umani ed ex
-docente universitario Liu Xiaobo. Né lui né sua
moglie potranno ritirare il premio. Nel dicembre 2009 Liu Xiaobo
è stato condannato a 11 anni di carcere e sta scontando la
condanna in un campo di lavoro. Sua moglie, come molti
dissidenti, è agli arresti domiciliari.
Esattamente due anni fa, Liu Xiaobo ha pubblicato insieme ad
altri 300 intellettuali cinesi il manifesto politico chiamato
"Charta 08". Per lo stato cinese questo manifesto è "un
atto di incitamento al rovesciamento del potere dello stato" per
cui l'iniziatore è stato punito con una pena esemplare. In
questo senso il governo cinese considera anche l'assegnazione del
Nobel come un atto ostile, di Liu Xiaobo e della Charta 08 non si
parla, i mezzi di informazione stranieri sono censurati.
Il cittadino cinese medio non deve sapere nulla dell'attenzione
mediatica mondiale riservata alla negazione dei diritti
democratici basilari in Cina. E se mai dovesse venire a sapere
dell'assegnazione del Premio Nobel, allora deve considerarla un
atto di propaganda anti-cinese di un occidente che si oppone alla
prosperità della Cina. Il cittadino cinese medio non deve
riconoscere l'assegnazione del premio per quello che è: il
riconoscimento dell'impegno pacifico di cittadini cinesi per i
loro diritti e le loro libertà basilari.
Nel 1998 la stessa Cina ha ufficialmente riconosciuto i diritti
politici e civili e ha quindi firmato e ratificato diversi
trattati dell'ONU, senza però applicarli. Così come
l'assegnazione del Premio Nobel al Dalai Lama nel 1989, anche
questa volta il premio non si rivolge contro la Cina in quanto
tale o, peggio ancora, contro la popolazione cinese, ma si
rivolge unicamente contro un'autorità statale totalitaria
che nega al popolo i diritti basilari.
Chi è Liu Xiaobo? A partire da metà degli anni '80
Liu Xiaobo è apparso come un intellettuale che ha
ripetutamente criticato il neo-confucianesimo che, secondo Liu
Xiaobo, mira a mantenere nella repubblica lo stesso potere
autoritario già esercitato oltre duemila anni fa durante
il periodo imperiale. Da circa 20/30 anni la politica cinese
è caratterizzata da una rinascita del nazionalismo e del
neo-confucianesimo mentre il comunismo sta diventando sempre
più un'immagine vuota. A differenza di una filosofia
improntata a una comprensione moderna dei diritti basilari, il
neo-confucianesimo si adatta bene alle rivendicazioni di potere
dell'odierno partito unico e dell'élite cinese.
Nella primavera 1989 Liu Xiaobo e i suoi studenti si sono
confrontati direttamente con il potere dello stato in Piazza
Tienanmen. La sera prima del massacro Liu Xiaobo ha contrattato
con la polizia la pacifica ritirata della maggior parte degli
studenti. Senza Liu Xiaobo lo spargimento di sangue sarebbe stato
ancora più terribile. In seguito alle proteste di Piazza
Tienanmen Liu Xiaobo è stato ripetutamente arrestato e i
suoi testi censurati. Ormai Liu Xiaobo non può esercitare
il suo lavoro e può pubblicare solo all'estero.
Insieme ad alcuni amici Liu Xiaobo ha redatto nel 2008 il
manifesto politico "Charta 08". I 302 firmatari del documento
chiedono una profonda riforma e un'apertura democratica della
repubblica Popolare, nonché la fine del monopolio di
potere da parte del Partito Comunista. La Charta 08 chiede per la
Cina il rispetto di tutti i fondamentali diritti umani in base
agli accordi internazionali firmati e l'istituzione di uno stato
federale democratico.
La Charta 08 parte dal presupposto che i diritti umani spettino
anche agli 1,3 miliardi di cittadini cinesi di cui 100 milioni
appartengono a una delle minoranze etniche su territorio cinese.
L'inalienabilità della sfera privata, la libertà di
opinione e di riunione, la libertà per costituire
organizzazioni politiche e sindacali, giustizia e amministrazione
indipendenti, la libertà per la scienza e l'insegnamento,
reali diritti elettorali e di co-decisionalità, il diritto
delle minoranze etniche all'autodeterminazione e molto altro
ancora.
La Cina riconosce solo formalmente le convenzioni internazionali
per i diritti umani, ma nella realtà le autorità
limitano in modo considerevole soprattutto i diritti alla
libertà politica. Ma anche in Cina le persone non vivono
solo del consumo di beni materiali. Chi chiede allo stato
l'introduzione di diritti democratici viene additato e
perseguitato come "schiavo dell'occidente". Il PC stesso si
considera l'unica forza in grado di garantire stabilità e
ordine, di assicurare la crescita e il benessere e di mantenere
l'unità nazionale. Preme a questo punto sottolineare che
la critica di Liu Xiaobo colpisce allo stesso modo la negazione
dei diritti basilari come il neocapitalismo sfrenato con tutte le
sue ingiustizie sociali e i suoi disastri ambientali.
Per quanto riguarda la suddivisione territoriale della Cina, la
Charta 08 non sostiene l'immediata autodeterminazione degli
Uiguri e Tibetani ma chiede una repubblica democratica federale
in cui tutte le parti dello stato collaborano volontariamente e
con pari diritti. Nel marzo 2008, successivamente alla
sollevazione dei Tibetani, la cerchia di persone attorno a Liu
Xiaobo chiese un'indagine indipendente che analizzasse anche gli
errori politici del governo da cui erano scaturiti poi i
disordini. Liu Xiaobo si appellò al governo
affinché rispettasse la completa libertà religiosa
dei Tibetani così come garantita dalla costituzione cinese
e affinché in Tibet venisse garantito il diritto alla
condeterminazione politica e alla libertà
d'opinione.
Oggi Liu Xiaobo si trova in un campo di lavoro, uno dei
cosiddetti Laogai, famigerati quanto lo erano i Gulag dell'Unione
Sovietica. Solo 10 mesi fa il Filmclub ha ospitato una nota
cittadina cinese che per motivi politici ha passato cinque anni
in uno di questi campi : Rebiya Kadeer, l'attivista per i diritti
degli Uiguri conosciuta in tutto il mondo e più volte
candidata al Premio Nobel per la Pace. In occasione
dell'assegnazione del Premio a Liu Xiaobo, Rebiya Kadeer ha
detto: "l'assegnazione del Premio Nobel alla protesta
non-violenta di Liu Xiaobo è un meraviglioso atto di
sostegno a tutti i movimenti democratici in Cina. Il premio non
solo riconosce il suo impegno per la democrazia e i diritti umani
in Cina ma da anche forza a tutti i gruppi per i diritti umani e
ai dissidenti della Cina odierna, inclusi i movimenti degli
Uiguri e dei Tibetani. Il premio da speranza a molti prigionieri
politici che per il loro impegno a favore della libertà
d'opinione e dei diritti umani sono stati condannati a lunghe
pene detentive."
Liu Xiaobo e migliaia di intellettuali sono fiduciosi nel fatto
che la nuova potenza mondiale cinese possa riconoscere ai suoi
cittadini maggiori diritti e libertà senza che questo
debba mettere in pericolo lo stato cinese in quanto tale. Liu
Xiaobo è la figura leader dell'impegno odierno per i
diritti umani e le libertà democratiche in Cina. Purtroppo
però il governo di Pechino farà di tutto per
zittire questo attivista e l'assegnazione del Premio Nobel si
trasforma quindi in un'azione fondamentale per fare conoscere al
mondo la Charta 08. Parlare di Cina democratica oggi ci sembra
un'utopia, ma anche i rivolgimenti storici dell'Europa dell'est
del 1989 a molti sembrarono un'utopia irraggiungibile. Insieme a
molte organizzazioni per i diritti umani, l'Associazione per i
Popoli Minacciati chiede oggi l'immediata liberazione di Liu
Xiaobo, la fine della persecuzione di tutti i firmatari della
Charta 08 e un dibattito libero e aperto in tutta la Cina su
tutti i punti e le richieste fissati nella Charta 08.
Nel dicembre 2008 Liu Xiaobo ha pubblicato insieme ad altri 302 intellettuali il manifesto politico "Charta 08". Per questo motivo il 24 dicembre 2009 è stato arrestato e condannato a 11 anni di carcere. Attualmente sta scontando la condanna. Il 10 dicembre 2010 Liu Xiaobo è stato premiato con il Premio Nobel per la Pace per il suo impegno per la democrazia, la libertà e la giustizia in Cina. Giovedì 9 dicembre il Filmclub dedica il film cinese Ye che (Night Train) del regista Yinan Diao allo straordinario attivista e a tutti gli/le attivisti/e in Cina. La "Charta 08" nasce perlopiù dalla penna di quest'uomo coraggioso. Speriamo che per gli 1,33 miliardi di Cinesi possa essere determinante quanto lo fu la "Charta 77" nell'Europa orientale dominata dall'Unione sovietica.
Sono passati 100 anni dalla stesura della prima Costituzione
cinese. Il 2008 segna anche i 60 anni della Dichiarazione
universale dei diritti dell'uomo, i 30 anni dall'apparizione del
Muro della democrazia a Pechino, i 10 anni dalla firma, da parte
della Cina, della Convenzione internazionale dei diritti civili e
politici. Ci avviciniamo anche ai 20 anni dal massacro di
Tiananmen del 1989 contro le proteste degli studenti
pro-democrazia. In questi stessi anni, il popolo cinese ha
sopportato disastri nel campo dei diritti umani e innumerevoli
lotte; ora molti di essi vedono con chiarezza che la
libertà, l'uguaglianza e i diritti umani sono valori
universali di tutta l'umanità e che democrazia e governo
costituzionale costituiscono l'ossatura per proteggere questi
valori.
Allontanandosi da questi valori, il governo cinese ha compiuto un
approccio alla "modernizzazione" che si è rivelato
disastroso. Esso ha privato la gente dei loro diritti, distrutto
la loro dignità, corrotto le normali relazioni umane. Per
questo ci domandiamo: Dove va la Cina in questo 21° secolo?
Vorrà continuare la "modernizzazione" dominata da un
governo autoritario o abbraccerà i valori umani
universali, si unirà alla corrente delle nazioni
civilizzate, edificando un sistema democratico? Si tratta di una
scelta fondamentale, che non può più essere
rinviata.
L'impatto con l'occidente nel 19° secolo ha prodotto uno
shock che ha portato alla caduta di un sistema autoritario
decadente, segnando per la Cina l'inizio di quella che spesso si
definisce "il più grande cambiamento in migliaia di anni".
È seguito un movimento di "auto-rafforzamento", che
però ha avuto come scopo solo l'appropriarsi della
tecnologia per costruire cannoniere e altri oggetti materiali
occidentali. L'umiliante sconfitta navale per mano dei giapponesi
nel 1895 ha confermato l'anacronismo del nostro sistema politico.
I primi tentativi di trasformazioni politiche in senso moderno
sono avvenute nella tragica estate del 1898, duramente
schiacciate dagli ultraconservatori della corte imperiale.
Con la Rivoluzione del 1911 che ha inaugurato la prima Repubblica
in Asia, si è creduto di aver messo nella tomba il sistema
autoritario imperiale che era durato per secoli. Ma, conflitti
sociali all'interno e pressioni dall'esterno hanno fatto
sì che esso durasse ancora; la Cina è caduta in un
mosaico di piccoli regni dei signori della guerra e la nuova
repubblica è divenuta un sogno sfuggente. Il fallimento
del processo di "auto-rafforzamento" e delle trasformazioni
politiche ha spinto molti nostri concittadini a domandarsi se la
nostra nazione non fosse afflitta da un "malessere
culturale".
Questo sentire, intorno al 1910, ha portato al Movimento del
Quattro Maggio, che ha fatto della "scienza e democrazia" il suo
vessillo. Ma anche questi sforzi si sono dissolti davanti al
persistere del caos dei signori della guerra e la crisi nazionale
causata dall'invasione giapponese [cominciata in Manciuria nel
1931]. La vittoria su Giappone nel 1945 ha dato una nuova
possibilità ala Cina di fare un passo verso un governo
moderno, ma la sconfitta dei Nazionalisti nella guerra civile
contro i Comunisti, ha gettato la nazione nell'abisso del
totalitarismo. La "nuova Cina", nata nel 1949 [anno di
fondazione, da parte di Mao Zedong, della Repubblica popolare
cinese - ndt] proclama che "il popolo è sovrano" ma nei
fatti ha edificato un sistema in cui "il Partito ha tutti i
poteri".
Il Partito comunista cinese ha preso il controllo di tutti gli
organi dello Stato e di tutte le risorse politiche, economiche,
sociali e usandole ha prodotto una lunga scia di disastri verso i
diritti umani, compresi - fra l'altro - la Campagna contro la
destra (1957), il Grande balzo in avanti (1958-1960), la
Rivoluzione culturale (1966-1969), il massacro del 4 giugno a
piazza Tiananmen (1989). Tutto ciò, insieme agli attacchi
ancora oggi in atto contro le religioni non autorizzate e la
soppressione dei movimenti che difendono i diritti umani [un
movimento che vuole difendere i diritti dei cittadini promulgati
dalla Costituzione cinese e combattere per i diritti umani
riconosciuti dalle convenzioni internazionali e che la Cina ha
sottoscritto]. In tutto questo periodo il popolo cinese ha pagato
un prezzo esorbitante. Decine di milioni di persone hanno perso
la loro vita e diverse generazioni hanno visto azzoppata in modo
crudele la loro libertà, felicità e dignità
umana.
Negli ultimi due decenni del 20° secolo, la politica
governativa della "Riforma ed apertura" ha dato al popolo cinese
un po' di sollievo dalla diffusa povertà e dal
totalitarismo di Mao Zedong, portando un incremento sostanziale
nella ricchezza e nel livello di vita di molti cinesi, come anche
ad un parziale recupero della libertà economica e dei
diritti economici. É cominciata a crescere una
società civile e la richiesta da parte del popolo di
più diritti e più libertà politica. Anche
l'elite al governo, muovendosi verso la proprietà privata
e l'economia di mercato, ha cominciato a muoversi da un rifiuto
totale dei "diritti" a un loro parziale riconoscimento.
Nel 1998, il governo cinese ha firmato due importanti convenzioni
internazionali sui diritti umani; nel 2004, ha emendato la
Costituzione per includere la frase "il rispetto e la
salvaguardia dei diritti umani". E quest'anno, il 2008, il
governo ha promesso di promuovere un "Piano d'azione nazionale
per i diritti umani". Purtroppo, tutti questi progressi politici
non vanno al di là della carta su cui sono scritti. La
realtà politica evidente a tutti, è che la Cina ha
molte leggi, ma nessuno stato di diritto; ha una costituzione, ma
non un governo costituzionale. L'elite dominante continua a
rimanere aggrappato al suo potere autoritario combattendo ogni
mossa verso un cambiamento politico.
I folli risultati sono una endemica corruzione dei quadri, un
minare lo Stato di diritto, mancanza di tutela dei diritti della
popolazione, perdita di etica, capitalismo grossolano,
polarizzazione della società fra ricchi e poveri,
sfruttamento e abuso dell'ambiente naturale, dell'ambiente umano
e storico, un acutizzarsi di una lunga lista di conflitti
sociali, in particolare un indurimento dell'animosità fra
rappresentanti ufficiali e gente ordinaria.
Mentre questi conflitti e crisi crescono di intensità,
mentre l'elite al potere continua imperterrita a distruggere e
privare i cittadini del loro diritto alla libertà,
proprietà, alla ricerca della felicità, noi vediamo
i senza-potere della nostra società - i gruppi
vulnerabili, gente che viene schiacciata e controllata, coloro
che soffrono crudeltà e perfino torture, che non hanno
spazio adeguato per far sentire la loro protesta, né
tribunali che ascoltino le loro richieste - divenire sempre
più decisi, accrescendo la possibilità di un
violento conflitto sociale dalle proporzioni disastrose. Il
declino del sistema attuale è giunto a un punto in cui il
cambiamento non è più opzionale.
Questo è un momento storico per la Cina e da esso
dipende il nostro futuro. Rivedendo il processo di
modernizzazione politica negli ultimi 100 anni e più, noi
riaffermiamo e sottoscriviamo i seguenti valori universali
fondamentali:
Libertà. Essa è il fulcro dei
valori umani universali. Libertà di parola, di stampa, di
credo, di raduno, di associazionismo, di movimento, come anche la
libertà di sciopero, di dimostrare e protestare, sono le
forme in cui essa si esprime. Senza libertà, la Cina
rimarrà sempre lontana dagli ideali della
civiltà.
Diritti umani. Essi non sono concessi
benevolmente dallo Stato. Ogni persona nasce con specifici
diritti alla dignità e alla libertà. Il governo
esiste per la protezione dei diritti umani dei suoi cittadini.
L'esercizio del potere dello Stato deve essere autorizzato dal
popolo. La serie di disastri politici nella storia recente della
Cina è una conseguenza diretta del disprezzo da parte del
regime verso i diritti umani.
Uguaglianza. L'integrità, dignità,
libertà di ogni persona - senza guardare al livello
sociale, l'occupazione, il sesso, le condizioni economiche,
l'etnia, il colore della pelle, la religione o il credo politico
- sono uguali per tutti. Bisogna sostenere i principi di
uguaglianza di fronte alla legge e nei diritti sociali,
economici, culturali, civili e politici.
Repubblica. La forma repubblicana sostiene che
il potere deve essere bilanciato fra rami differenti del governo
e deve [comporre e] servire i diversi interessi. Esso ricorda
l'ideale politico della tradizione cinese della "bellezza di
tutti sotto il cielo". Permette a differenti interessi di gruppo
e assemblee sociali, persone di varie culture e credo, di
esercitare un auto-governo democratico e decidere in modo da
raggiungere soluzioni pacifiche a problemi del pubblico, sulla
base di un uguale accesso al governo e a una libera e onesta
competizione.
Democrazia. Il principio fondamentale della
democrazia è che il popolo è sovrano e che il
popolo sceglie il suo governo. La democrazia ha queste
caratteristiche:
1. Il potere politico comincia con il popolo e la
legittimità di un regime deriva dal popolo;
2. Il potere politico va esercitato attraverso scelte fatte dal
popolo;
3. Le cariche nei posti più importanti a tutti i livelli
del governo sono determinate attraverso libere e competitive
elezioni periodiche;
4. Onorando il volere della maggioranza, si deve anche proteggere
la dignità fondamentale, la libertà e i diritti
umani delle minoranze. In breve, la democrazia è il mezzo
moderno per giungere a un governo che sia davvero "del popolo,
dal popolo, per il popolo".
Regole costituzionali. Esse sono il modo in cui i principi
espressi nella costituzione vengono attuati attraverso un sistema
legale e delle regole legali. Significa proteggere la
libertà e i diritti dei cittadini, limitare e definire gli
scopi del potere di un governo legittimo, provvedere che vi sia
un apparato amministrativo che serva questi fini.
C'è un generale declino dei sistemi autoritari in tutto
il mondo. Anche in Cina l'era degli imperatori e dei feudatari
sta andando verso la fine. In ogni luogo è tempo ormai per
tutti i cittadini di divenire padroni dei loro Stati. La pista
che conduce fuori dell'impasse attuale in cui versa la Cina
è quella che porta al distacco dalla nozione autoritaria
di confidare in un "illuminata supervisione" o in un "onesto
burocrate", seguendo invece un sistema di libertà,
democrazia, stato di diritto, verso la crescita della coscienza
di moderni cittadini che vedono i diritti come fondamentali e la
partecipazione come un dovere. Proprio per questo e in uno
spirito di dovere, responsabilità, costruttività di
cittadini, offriamo le seguenti raccomandazioni su [come attuare
- ndt] un governo nazionale, i diritti dei cittadini, lo sviluppo
sociale.
1. Una Nuova Costituzione. Dobbiamo riformulare la nostra attuale
costituzione, eliminando quegli aspetti che non sono in
conformità con il principio secondo cui la
sovranità è del popolo, trasformandolo in un
documento che davvero garantisce i diritti umani, autorizza
l'esercizio del potere pubblico, serve come sostegno legale alla
democratizzazione della Cina. La Costituzione deve essere la
legge suprema del Paese, inviolabile da parte di individui,
gruppi o partiti.
2. Separazione dei poteri. Dobbiamo costruire un governo moderno,
in cui sia garantita la separazione fra potere esecutivo,
giudiziario e amministrativo. Abbiamo bisogno di una legge
amministrativa che definisca l'ampiezza della
responsabilità del governo, prevenendo abusi di potere. Il
governo deve rispondere a chi paga le tasse. La divisione di
potere fra governi provinciali e centrale deve sottostare al
principio per cui i poteri del governo centrale sono solo quelli
stabiliti dalla costituzione, mentre tutti gli altri poteri
appartengono ai governi locali.
3. Democrazia legislativa. I membri dei corpi legislativi devono
essere tutti scelti attraverso elezioni dirette, e una democrazia
legislativa dovrebbe osservare norme giuste e imparziali.
4. Indipendenza del potere giudiziario. La legge deve essere al
di sopra degli interessi di ogni specifico partito politico e i
giudici devono essere indipendenti. È necessario stabilire
una Corte suprema costituzionale e varare procedure per le
revisioni della costituzione. Al più presto vanno aboliti
tutti quei Comitati per gli affari politici e legali che a
tutt'oggi permettono ai membri del Partito comunista di ogni
livello di decidere in anticipo e fuori delle corti su casi
politicamente sensibili. Dobbiamo proibire con forza l'uso di
cariche pubbliche per scopi privati.
5. Pubblico controllo del servizio pubblico. L'esercito deve
rispondere al governo nazionale, non a un partito politico e
dovrebbe essere reso molto più professionale. Il personale
militare deve giurare sulla Costituzione e rimanere neutrale.
Organizzazioni politiche e partitiche devono essere proibite fra
i militari. Tutti i rappresentanti pubblici, compresa la polizia,
devono servire in modo neutrale, senza schierarsi. Deve finire la
pratica attuale di favorire un partito politico nelle assunzioni
per un servizio pubblico.
6. Garantire i diritti umani. Si devono garantire in modo preciso
i diritti umani e il rispetto per la dignità umana. Si
deve creare un Comitato per i diritti umani, capace di vigilanza
fino ai corpi legislativi più al vertice, capace di
bloccare possibili abusi di potere da parte del governo che
violino i diritti umani. Una Cina democratica e costituzionale
deve garantire in modo speciale la libertà personale dei
cittadini. Nessuno deve subire arresti illegali, detenzione,
accuse, interrogatori, punizioni. Il sistema della "rieducazione
attraverso il lavoro" deve essere abolito.
7. Elezione dei pubblici ufficiali. Ci deve essere un sistema
completo per elezioni democratiche basate su "una persona, un
voto". Va attuato in modo sistematica l'elezione diretta dei
responsabili amministrativi a livello di contea, città,
provincia e nazione. Il diritto a tenere elezioni libere e
periodiche e a parteciparvi è un diritto inalienabile per
ogni cittadino.
8. Uguaglianza fra città e campagne. Almeno i due terzi
del sistema attuale di registrazione [residenza obbligatoria -
ndt] deve essere abolito. Esso favorisce i residenti delle
città e colpisce quelli che risiedono nelle campagne.
Dobbiamo invece stabilire un sistema che dà ad ogni
cittadino gli stessi diritti costituzionali e la stessa
libertà nello scegliere dove vivere.
9. Libertà di formare gruppi. Deve essere garantito il
diritto dei cittadini a formare gruppi. L'attuale sistema di
registrazione per gruppi non governativi, che richiede
"l'approvazione" [previa] di un gruppo, va sostituita con un
sistema in cui un gruppo registra se stesso in modo diretto e
semplice. La costituzione e la legge deve governare la formazione
di partiti politici; ciò significa che dobbiamo abolire il
privilegio speciale di un partito che monopolizza il potere e
dobbiamo garantire principi per una competizione libera e
obbiettiva fra i partiti politici.
10. Libertà di raduno. La Costituzione difende assemblee
pacifiche, dimostrazioni, proteste e libertà di
espressione quali diritti fondamentali del cittadino. Non si deve
permettere al partito al governo e il governo stesso di
interferire in modo illegale o non costituzionale contro di
essi.
11. Libertà di espressione. Dobbiamo rendere universale il
diritto di parola, di stampa e di libertà accademica,
garantendo che i cittadini siano informati e messi nella
possibilità di esercitare il loro diritto di supervisione.
Queste libertà vanno sostenute con una legge sulla stampa
che abolisca le restrizioni politiche su di essa. L'articolo
dell'attuale codice criminale che parla di "crimine di
incitamento alla sovversione del potere statale" deve essere
abolito. Dobbiamo finirla col guardare alle parole come dei
crimini.
12. Libertà di religione. Dobbiamo garantire la
libertà di religione e di credo, istituendo la separazione
fra religione e Stato. Non vi devono essere interferenze del
governo nelle attività religiose pacifiche. Dobbiamo
abolire ogni legge, regolamento, regola locale che limiti o
sopprima la libertà religiosa dei cittadini. Dobbiamo
abolire il sistema attuale che richiede ai gruppi religiosi (e ai
loro luoghi di culto) di ottenere l'approvazione ufficiale in
anticipo, sostituendolo con un sistema in cui la registrazione
è facoltativa e, per quelli che la scelgono,
automatica.
13. Educazione civica. Nelle nostre scuole dobbiamo eliminare
l'educazione politica e gli esami che mirano ad indottrinare gli
studenti nell'ideologia di Stato, instillando il sostegno verso
il governo di un partito. Dobbiamo sostituirla con l'educazione
civica che promuova valori universali e diritti dei cittadini,
faccia crescere la coscienza civica e promuova le virtù
civiche che servono la società.
14. Protezione della proprietà privata. Dobbiamo attuare e
proteggere il diritto alla proprietà privata e promuovere
un sistema economico di mercato libero e onesto. Dobbiamo
abbandonare i monopoli governativi nel commercio e nell'industria
e garantire la libertà di fondare nuove imprese. Dobbiamo
varare un Comitato sulla proprietà dello Stato, che faccia
rapporto al parlamento nazionale, che verifiche il trasferimento
di imprese statali a proprietà di privati, in una maniera
neutra, competitiva e ordinata. Dobbiamo varare una riforma
fondiaria che promuova la proprietà privata della terra,
garantisca il diritto di comprare e vendere la terra, e permetta
alla proprietà privata di essere valutata in modo vero nel
mercato.
15. Riforma finanziaria e delle tasse. Dobbiamo stabilire un
sistema della finanza pubblica che sia regolato in modo
democratico e verificabile, e che assicuri la protezione dei
diritti di chi paga le tasse, e che operi secondo procedure
legali. Abbiamo bisogno di un sistema per cui le entrate
pubbliche ad un certo livello - centrale, provinciale, di contea,
o locale - siano controllate allo stesso livello. Abbiamo bisogno
di una grande riforma del sistema delle tasse che abolisca ogni
tassa ingiusta, semplifichi il sistema, distribuisca il peso
delle imposte in modo equilibrato. Ai membri del governo è
vietato l'aumento delle tasse, o l'istituzione di nuove, senza
decisione pubblica e l'approvazione di una assemblea democratica.
Dobbiamo riformare anche il sistema di proprietà per
incoraggiare la competizione fra un più vasto numero di
partecipanti al mercato.
16. Sicurezza sociale. Dobbiamo costruire un sistema di sicurezza
sociale che copra tutti i cittadini, e assicuri loro un accesso
fondamentale a istruzione, sanità, pensione e
impiego.
17. Proteggere l'ambiente. Abbiamo bisogno di proteggere
l'ambiente naturale e promuovere uno sviluppo che sia sostenibile
e responsabile verso i nostri discendenti e verso il resto
dell'umanità. Ciò significa che lo Stato e suoi
rappresentanti a tutti i livelli devono non solo fare quello che
è giusto per giungere a questi scopi, ma accettare anche
la supervisione e la partecipazione di organizzazioni non
governative.
18. Una repubblica federale. Una Cina democratica deve cercare di
agire come una massima potenza responsabile, che contribuisca
alla pace e allo sviluppo della regione Asia-Pacifico
avvicinandosi agli altri in uno spirito di uguaglianza e
onestà. Per Hong Kong e Macao dobbiamo sostenere le
libertà che là esistono di già. Riguardo a
Taiwan, dobbiamo anzitutto dichiarare il nostro impegno verso i
principi di libertà e di democrazia, e quindi cercare una
formula di riunificazione pacifica, negoziando fra uguali, ed
essendo pronti al compromesso. Dobbiamo anche affrontare dispute
nelle aeree delle minoranze in Cina con una mente aperta,
cercando vie per trovare uno schema in cui tutte i gruppi etnici
e religiosi possano fiorire. Dovremmo tendere allo scopo di una
federazione di comunità democratiche della Cina.
19. Verità nella riconciliazione. Dobbiamo riabilitare la
reputazione di tutte le persone - comprese le loro famiglie - che
hanno sofferto di ostracismo e umiliazione nelle campagne
politiche del passato o sono stati bollati come criminali a causa
del loro pensiero, parole, o fede. Lo Stato dovrebbe pagare un
risarcimento a queste persone. Tutti i prigionieri politici e di
coscienza devono essere liberati. Ci deve essere una Commissione
per la ricerca della verità incaricata di trovare prove
fattuali delle ingiustizie e atrocità del passato,
determinando le responsabilità, garantendo giustizia e su
queste basi, ricercando anche la riconciliazione sociale.
La Cina è una delle più grandi nazioni del mondo,
uno dei cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza
dell'Onu e membro del Consiglio per i diritti umani. Alla luce di
questo, essa deve contribuire alla pace per l'umanità e al
progresso dei diritti umani. Purtroppo, a tutt'oggi siamo la sola
nazione fra le più grandi che rimane tuttora impantanata
in una politica autoritaria. Il nostro sistema politico continua
a produrre disastri sui diritti umani e crisi sociali, soffocando
lo sviluppo del Paese e limitando anche il progresso di tutta la
civilizzazione umana. Tutto ciò deve cambiare. Davvero
deve cambiare. La democrazia della politica cinese non può
più essere rimandata a dopo.
Per questo motivo noi, spinti da senso civico, annunciamo [la
nascita di] Carta '08. Speriamo che tutti i cittadini cinesi che
condividono con noi questo senso di crisi - ma anche di
responsabilità e missione - mettano da parte ogni piccola
differenza e abbraccino il vasto compito di questo movimento di
cittadini. Siano essi persone del governo o semplici cittadini,
di qualunque livello sociale, vogliamo lavorare insieme per
produrre una grande trasformazione della società cinese, e
il rapido stabilirsi di una nazione libera, democratica e
costituzionale. Possiamo davvero rendere reali gli scopi e gli
ideali che il nostro popolo ha sempre cercato in modo
instancabile per oltre 100 anni, contribuendo a un nuovo
splendente capitolo della civiltà cinese.
Traduzione italiana a cura di AsiaNews, reperibile in www.asianews.it/index.php?l=it&art=14313
Vedi anche in gfbv.it:
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in www: http://it.wikipedia.org/wiki/Falun_Dafa
| http://it.wikipedia.org/wiki/Xinjiang
| www.tchrd.org | www.hrichina.org