Bolzano, Göttingen, Srebrenica, 11 Luglio 2003
L'impegno della Comunità Internazionale non è
sufficiente per lenire la miseria nelle rovine delle case dei
sopravvissuti di Srebrenica nella Bosnia Orientale. C'è un
urgente bisogno di aiuti non legati alla burocrazia che
permettano la sopravvivenza ed un nuovo inizio per i
sopravvissuti e per chi decide di tornare a casa propria. Sono
soprattutto le donne a tornare a casa, mogli, sorelle o figlie
degli 8.000 uomini e ragazzi uccisi a Srebrenica, e hanno bisogno
di una mucca , qualche pecora o capra, un po' di denaro per poter
effettuare qualche riparazione della casa, o per poter dare vita
a microimprese per la produzione di mangime per animali, per un
allevamento di galline o per gestire una piccola macelleria.
Spesso basterebbero solo piccole somme per poter permettere alle
persone un nuovo inizio sensato ed efficace. Tre quarti degli
abitanti dell'ex zona di protezione ONU erano contadini di
montagna. L'APM si rivolge a personalità, istituzioni ed
ONG per inviare piccole donazioni a favore di piccoli progetti
agricoli e per l'acquisto di api da miele, mucche, attrezzatura
agricola, sementi e concimi.
Le collaboratrici della sezione bosniaca dell'APM di Sarajevo ha
distribuito durante tutto l'inverno 2002/2003 nei villaggi e
nelle zone montuose di Srebrenica centinaia di pacchetti
alimentari ai profughi rientrati e in difficoltà:
avrebbero dovuto superare il rigido inverno in abitazioni di
fortuna, tende e rovine. Nel frattempo l'APM dispone di un
ufficio a Srebrenica, che coordina progetti di auto aiuto,
sostiene piccole iniziative private e distribuisce il denaro
delle donazioni. Attualmente vengono sostenuti progetti, tra
quelli già pianificati per l'allevamento di mucche da
latte, pecore e capre, di allevamento avicolo, di coltivazione di
funghi champignon e un impianto per la produzione e
l'affumicazione di salsicce e carne. A questi progetti
partecipano anche come sostenitori l'organizzazione tedesca
"Muslime helfen e.V. ", l'austriaca "Bauern helfen Bauern" e
l'esemplare impegno del piccolo stato del Lussemburgo.
A sostegno di quel che rimane delle famiglie e dei singoli
saranno comunque acquistate bestie da riproduzione, il cui latte,
la cui lana o carne garantiranno ai profughi che rientrano un
importante sostegno. Una mucca da latte prossima al parto costa
750 euro, una pecora 200 euro, una capra circa 150 euro e 400
polli circa 380 euro.