Bolzano, 1 ottobre 2007
Si chiama "L'amico del popolo" e si dichiara "settimanale
cattolico". Ma il "cattolico" o è solo un'etichetta usata
per il contrabbando di ideologie nazionaliste o invece viene
inteso in modo particolare. L'Associazione per i popoli
minacciati (APM) si dichiara costernata per il fatto che il
settimanale "L'amico del popolo" da tempo ormai fa una battaglia
agguerrita contro i diritti fondamentali della minoranza ladina.
"L'amico del popolo" - che in questo caso si comporta da "nemico
del popolo" - difende una grave ingiustizia perpetrata dal
dittatore Mussolini per cancellare la minoranza ladina e
cioé la tripartizione della Ladinia su tre province e due
regioni. L'organo diocesano dunque si erige a difensore della
politica di assimilazione del fascismo.
È stato il fascismo a dividere le valli ladine che prima
erano state per secoli unite sotto il Tirolo. Mussolini ha diviso
i Ladini in tre province e due regioni con l'esplicita intenzione
di cancellare questa minoranza. Se nel 2007 queste
comunità con lo strumento democratico del referendum
vogliono abolire un torto commesso da Mussolini, un settimanale
che si definisce "cattolico" non dovrebbe rifiutare né lo
strumento democratico né l'abolizione di una gravissima
ingiustizia fascista. È sconcertante vedere come l'organo
diocesano si scagli contro lo strumento democratico del
referendum. Per di più questo succede a dispetto
dell'etica del giornalismo: il settimanale "cattolico" infatti
enfaticamente dà voce e spazio a chi difende l'operato
fascista - usando anche le bugie. Non dà voce invece alla
minoranza ladina, non dà voce a chi usa mezzi democratici
per abolire una misura di assimilazione di una minoranza. La
simpatia per la politica fascista è dunque troppo radicata
nella redazione del settimanale "cattolico", che farebbe bene a
cambiare nome, palesando le sue simpatie ideologiche.