Bolzano, Göttingen, 11 giugno 2008
Dopo l'arresto del presunto criminale di guerra serbo Stojan
Zupljanin, l'Associazione per i Popoli Minacciati (APM) si
appella ai governi dell'Unione Europea affinché continuino
a far pressione per ottenere l'estradizione dei principali
criminali di guerra serbi Radovan Karadzic e Ratko Mladic. L'UE
non può continuare ad accettare la passività del
governo serbo nella ricerca dei due criminali di guerra.
Secondo l'APM, i governi dell'UE devono prendere ad esempio il
grande impegno con cui Marek Edelman e Simon Wiesenthal, amici
anche dell'APM, si sono battuti per ottenere giustizia per le
vittime del genocidio in Bosnia Erzegovina.
Quando, negli anni tra il 1992 e il 1995, le truppe iugoslave
e le milizie serbe compivano il genocidio e altri gravi crimini
contro l'umanità in Bosnia Erzegovina l'Europa è
rimasta vergognosamente in silenzio.
Oltre 100.000 civili sono stati vittime degli orrendi crimini
commessi in Bosnia Erzegovina, molte migliaia di essi sono morti
nei campi di concentramento serbi. Più di 20.000 donne
sono state stuprate, circa 2,2 milioni di persone hanno dovuto
fuggire dalle devastazioni e centinaia di villaggi sono stati
distrutti. Sotto il comando di Radovan Karadzic e Ratko Mladic
è stato, tra le altre cose, commesso anche il massacro di
Srebrenica dell'11 gennaio 1995, in cui furono assassinati almeno
8.373 uomini e ragazzi. Fino ad oggi i due criminali godono della
protezione dell'amministrazione e dei militari serbi grazie alla
quale riescono a fuggire alla cattura da parte della Corte
Internazionale per i Crimini di Guerra.
"Il fatto che due persone incriminate per genocidio e per i
peggiori crimini commessi in Europa dalla fine della Seconda
Guerra Mondiale siano tuttora a piede libero è una macchia
nera nel lavoro della Corte Internazionale per i Crimini di
Guerra dell'ex Jugoslavia", lamenta il pubblico ministero
dell'ICTY Carla Del Ponte in una dichiarazione al Consiglio di
Sicurezza dell'Onu fatta alla fine del suo incarico nel dicembre
2007. In relazione ai crimini di guerra commessi in Bosnia, Marek
Edelmann, ultimo comandante della ribellione del ghetto di
Varsavia, ha dichiarato: "L'Europa non ha imparato nulla
dall'Olocausto, la Bosnia costituisce una vittoria postuma per
Hitler". A Simon Wiesenthal il genocidio in Bosnia ricordava i
"particolari dell'Olocausto". Le vittime del genocidio in Bosnia
erano per il 90% Bosniaci (musulmani), ma non si dimenticano
anche le vittime croate, serbe, ebree e le diverse
nazionalità rom della Bosnia.
Dati relativi al genocidio in Bosnia Erzegovina: