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Bolzano, Göttingen, 24 gennaio 2011
La bandiera berbera.
L'Associazione per i Popoli Minacciati (APM) si è
appellata ai governi europei affinché si impegnino
maggiormente per il rispetto dei diritti umani nei paesi
nordafricani. Secondo l'APM, l'Europa, che finora non ha fatto
molto per sostenere la democrazia in questa regione, deve
finalmente esercitare pressione sui governi nordafricani
affinché possa migliorare la situazione dei diritti umani.
Lo svolgimento della visita in Germania del presidente algerino
Abdelaziz Bouteflika avvenuta in dicembre 2010 è un chiaro
esempio dell'immobilismo europeo. Nonostante il partito al
governo, il "Front de Libération Nationale" (FLN) di
Bouteflika, sia considerato corresponsabile della morte violenta
di oltre 120.000 persone durante la guerra civile che ha
sconvolto il paese tra il 1991 e il 2001, nonché della
scomparsa di oltre 20.000 algerini, la cancelliera tedesca Angela
Merkel non ha nemmeno menzionato le parole "diritti umani". In
Algeria è rimasta impunita anche la morte violenta di 132
manifestanti appartenenti al popolo dei Cabili , avvenuta in
aprile 2001.
Invece di parlare di diritti umani, la Merkel si è
preoccupata dell'incremento delle relazioni economiche e della
cooperazione energetica. Altri temi toccati durante questa visita
sono stati le misure da mettere in atto contro l'immigrazione
clandestina, nonostante si sappia che il FLN e ambiti importanti
delle forze di sicurezza algerini siano implicati nella tratta di
persone. Solo poco tempo fa Wikileaks ha infatti pubblicato i
rapporti del vice-ambasciatore statunitense in Algeria che
è stato testimone oculare di come la tratta di persone sia
quantomeno tollerata dallo stato.
I colloqui del 15 novembre 2010 tra il ministro degli esteri
tedesco Guido Westerwelle e il suo collega marocchino Taib Fassi
Fihri rispecchiano perlopiù lo stesso schema: si è
parlato di cooperazione energetica e avvicinamento del Marocco
all'UE, mentre si è taciuto sui diritti violati dei
Berberi, dei politici dell'opposizione e della limitata
libertà di stampa dei giornalisti. Perlomeno Westerwelle
ha accennato all'irrisolto conflitto del Sahara occidentale, ma
l'impegno di Berlino riguarda unicamente il fatto che
l'occupazione illegale del Sahara occidentale da parte del
Marocco impedisce la firma di un accordo di pesca tra l'UE e il
Marocco, incluso il Sahara occidentale.
Gli attivisti per i diritti umani e i democratici algerini sanno
che sono soli quando chiedono il rispetto di alcuni diritti
civili fondamentali. Da anni i Cabili costituiscono la spina
dorsale del movimento democratico. La scorsa settimana gli
attivisti per i diritti umani algerini hanno fondato
un'organizzazione di raccolta e in seguito alla repressione della
manifestazione di sabato scorso ad Algeri hanno indetto una nuova
manifestazione per il prossimo 9 febbraio.
Vedi anche in gfbv.it:
www.gfbv.it/2c-stampa/2011/110117it.html |
www.gfbv.it/2c-stampa/2010/100416it.html
| www.gfbv.it/2c-stampa/2010/100307it.html
| www.gfbv.it/2c-stampa/02-3/021003it.html
| www.gfbv.it/2c-stampa/02-2/020527it.html
| www.gfbv.it/2c-stampa/02-1/020416it.html
| www.gfbv.it/3dossier/masiri/masiri.html
in www: http://it.wikipedia.org/wiki/Berberi
| www.algeria-watch.de
| http://it.wikipedia.org/wiki/Algeria
| www.makabylie.org