In: Home > News > Libia: le Nazioni Unite mettono in guardia da atti di violenza e terrore in Libia - La crisi del Mali fomenta l'insicurezza nell'area
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Bolzano, Göttingen, 31 gennaio 2013
Tarek Mitri il 29.1.2013 sulla situazione in Libia. Foto: Rick Bajornas/UN Photo.
I Tuareg della Libia chiedono una partecipazione più
equa ai profitti derivanti dall'industria petrolifera.
Martedì 22 gennaio, durante un colloquio con il Ministro
libico per il petrolio, il Consiglio Tuareg della Libia ha
chiesto maggiori possibilità di lavoro nell'industria
petrolifera per i Tuareg, la costruzione di ospedali e pronto
soccorsi e l'avvio di progetti agricoli nella Libia meridionale.
Il Consiglio dei Tuareg è un'organizzazione riconosciuta
dal governo centrale libico con status consultivo che raduna i
maggiori rappresentanti e anziani dei Tuareg.
Nonostante i giganteschi profitti derivanti dell'estrazione
petrolifera nell'area, il sud della Libia è caratterizzato
da una forte e diffusa povertà. L'Associazione per i
Popoli Minacciati (APM) si è appellata al governo libico e
alla comunità internazionale affinché le richieste
dei Tuareg non vengano ignorate. Per l'APM, la sicurezza nella
Libia meridionale può essere garantita solo impegnandosi
di più per i Tuareg. La crisi del Mali rischia infatti di
allargarsi al sud della Libia. I miliziani radical-islamici in
fuga dal Mali potrebbero rifugiarsi in Libia e sfruttare
l'instabilità e lo scontento della popolazione per
riorganizzarsi. Il vuoto di potere nella regione e la presenza di
un'industria petrolifera importante anche per l'Europa rendono la
regione sensibile a possibili attacchi terroristici. Motivo in
più, questo, per avviare finalmente un percorso di
sviluppo con la popolazione Tuareg della zona e porre fine alla
situazione di sottosviluppo e il conseguente scontento della
popolazione.
Sempre lo scorso 22 gennaio Tarek Mitri, capo della missione per
la Libia delle Nazioni Unite (UNSMIL), ha messo in guardia il
Consiglio di Sicurezza dell'ONU circa possibili problemi di
sicurezza in Libia. Secondo Mitri, le forze di sicurezza libiche
non sarebbero in grado di controllare efficacemente le frontiere
meridionali del paese. Sempre secondo Mitri un altro fattore di
pericolo deriva dal crescente scontento della popolazione della
Libia meridionale. Nel frattempo il malcontento ha raggiunto
anche il parlamento nazionale dove negli scorsi mesi i
parlamentari della Libia meridionale hanno abbandonato il
parlamento proprio per protestare contro la situazione di
abbandono della regione.
Lo scorso 16 dicembre 2012 il governo libico ha proclamato la
legge marziale nel sud del paese e come reazione ai gravi
problemi di sicurezza ha ordinato la chiusura di 4.000 km di
frontiera. La maggioranza della popolazione della Libia
meridionale è Tuareg. In parte i circa 20.000 Tuareg
vivono nelle immediate vicinanze degli impianti petroliferi nella
conca di Murzuk. La regione, a circa 800 km dalla capitale
Tripoli, è vista come la grande speranza dell'industria
petrolifera libica che qui estrae petrolio fin dal 1997. Oltre
alle imprese libiche nell'area di Murzuk lavorano anche la
francese TOTAL, le imprese italiane ENI e AGIP, l'austriaca OMV e
la spagnola REPSOL. Il petrolio estratto viene trasportato
attraverso un oleodotto fino alle coste del Mediterraneo da dove
viene poi esportato.
Vedi anche in gfbv.it:
www.gfbv.it/2c-stampa/2013/130116it.html |
www.gfbv.it/2c-stampa/2012/121219it.html
| www.gfbv.it/2c-stampa/2012/120424it.html
| www.gfbv.it/2c-stampa/2012/120217it.html
| www.gfbv.it/2c-stampa/2011/110907it.html
| www.gfbv.it/3dossier/africa/tuareg1-it.html
| www.gfbv.it/3dossier/masiri/masiri.html
in www: http://it.wikipedia.org/wiki/Tuareg
| http://it.wikipedia.org/wiki/Tebu
| http://it.wikipedia.org/wiki/Berberi
| http://it.wikipedia.org/wiki/Libia
| www.makabylie.org