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Repubblica Centrafricana: 22 persone morte durante un attacco all'ospedale di un'organizzazione umanitaria

Continua la fuga in massa della popolazione musulmana dalla capitale Bangui - Crolla l'assistenza umanitaria nel paese

Bolzano, Göttingen, 28 aprile 2014

François, giardiniere a Bangui, capitale della Repubblica Centrafricana. Foto: CC BY-NC-SA 2.0 Brice Blondel (flickr.com). François, giardiniere a Bangui, capitale della Repubblica Centrafricana. Foto: CC BY-NC-SA 2.0 Brice Blondel (flickr.com).

Peggiora ancora la situazione nella Repubblica Centrafricana. Lo scorso 26 aprile un plotone delle milizie Seleka ha attaccato un ospedale dell'organizzazione Medici senza Frontiere a Nanga Boguila, a nord della capitale Bangui. Nell'attacco sono state uccise almeno 22 persone. Tra le vittime risultano tre medici dell'organizzazione e 16 rappresentanti della comunità che si erano riuniti nell'ospedale per pianificare insieme la continuazione dei progetti portati avanti dall'organizzazione umanitaria. I miliziani di Seleka avrebbero prima saccheggiato gli uffici dell'ospedale e poi fucilato almeno 22 persone. Contemporaneamente nella capitale Bangui la violenza e le minacce delle milizie Anti-Balaka hanno costretto 1.300 persone di fede musulmana a lasciare la propria casa e a rifugiarsi nel nord del paese.

La violenza diffusa nel paese e la mancanza di poliziotti e/o soldati e di tribunali funzionanti capaci di far rispettare la legislazione ha causato il crollo dell'assistenza umanitaria nel paese e ha costretto molte organizzazioni umanitarie internazionali a chiudere le proprie sedi estee e a interrompere i propri progetti proprio in un momento in cui l'assistenza umanitaria è fondamentale per la sopravvivenza della popolazione civile. Dei circa 4,6 milioni di abitanti del paese africano circa 2,5 milioni dipendono dagli aiuti esterni. A causa della guerra civile nel paese manca il cibo, l'acqua potabile e l'assistenza medica. Le prime vittime sono i bambini che soffrono di acuta malnutrizione. La situazione si fa ancora più difficile per i circa 603.000 profughi interni di cui 180.000 sono accampati in condizioni disumane nella capitale Bangui.

Gli scontri per il potere e il malcontento hanno ormai assunto le sembianze di uno scontro religioso che rischia di spaccare in due il paese, una parte settentrionale musulmana e una parte meridionale cristiana. Mentre risulta evidente l'incapacità dei soldati della missione francese e dei circa 6.000 soldati dell'Unione Africana, sembra prendere forma una missione dell'Unione Europea in seguito al via libera dell'ONU con la risoluzione 2134.