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Norvegia e Svezia in lite per i diritti dei Sami

Solo un conflitto per i pascoli delle renne oppure una discriminazione mirata della popolazione indigena?

Di Liane Gruda

Bolzano, Berlino, 22 ottobre 2006

Foto: Giovani Sami svedesi, Jokkmokk, febbraio 2005 Foto Liane Gruda I Sami sono una minoranza etnica del nord della Norvegia, della Svezia e della Finlandia (e della penisola russa di Kola), ma in tutte queste zone essi sono anche la popolazione originaria, la cosiddetta popolazione indigena. In quanto tale ha dei diritti che sono loro riconosciuti dalla Convenzione dell'ILO n. 169 e da legge nazionali. Nei comuni della Svezia settentrionale i Sami possono p.es. scegliere se mandare i loro bambini in asili nido e scuole sami, possono usare la propria lingua presso l'amministrazione pubblica e hanno diritto a ricevere le risposte in lingua sami.

L'identità culturale dei Sami della Svezia è tuttora fortemente legata all'allevamento delle renne e a tutto quanto vi è collegato. Ancora oggi i pastori sami portano le loro mandrie di renne ai pascoli estivi montani e nella tundra e in inverno tornano presso i boschi delle pianure. Né ai pastori nè tantomeno alle renne interessa il fatto che queste migrazioni valichino la frontiera tra Svezia e Norvegia! Il diritto dei Sami svedesi al pascolo estivo in Svezia (e dei Sami norvegesi al pascolo invernale in Svezia) è sancito dal Lappkodicillen, un accordo siglato nel 1751 e tuttora valido tra i regnanti dei due paesi. Così la tradizione legata alle renne continua e la marchiatura dei vitelli in estate in Norvegia, la macellazione in autunno e la divisione delle mandrie in inverno restano importanti momenti di vita tradizionale e di incontro durante l'anno degli allevatori di renne.

Le violazioni norvegesi, l'assimilazione il pretesto della politica assistenzialista

Sami svedese con renne in Norvegia - marchiatura dei vitelli in Dividalen, luglio 2005. Foto Liane Gruda Da qualche tempo lo stato norvegese ha iniziato a mettere in atto una sua particolare interpretazione degli accordi. Quando nel luglio 2006 i Sami svedesi della comunità Sarivouma Sameby sono arrivati al lago di Altevatn in Norvegia per l'annuale marchiatura dei vitelli, le reti che delimitavano i recinti in cui radunano le mandrie, non c'erano più. Erano stati portati via dalla polizia norvegese su ordine dell'autorità norvegese per i pascoli delle renne. Per i Sami questo non è un semplice conflitto per i diritti dei pascoli.

L'allevatore Nils Torbjörn Nutti racconta: "Sono un Sami di Saarivouma Sameby. Noi viviamo dell'allevamento di renne nelle zone di Altevatn, Bardu e Dividal/Anjavass a Troms Fylke Norvegia. Usiamo questa terra come pascolo estivo. Il conflitto riguarda questa terra, sulla quale i Sami norvegesi e svedesi allevano renne, indipendentemente dalla frontiera. In inverno la nostra residenza e le nostre mandrie sono nella zona di Soppero in Svezia. I Sami di Saarivouma e di altre comunità economiche ("samebyar") svedesi utilizzano queste terre, che oggi sono norvegesi e che si estendono fino alla costa atlantica da tempi immemorabili; famiglie sami hanno popolato la regione, vi hanno cacciato, allevato renne e pescato.

Lo stato norvegese ha confiscato la terra e ci ha cacciati sempre più a est, verso la frontiera con la Svezia. Ciò è avvenuto metodicamente e grazie a delle decisioni che ci hanno completamente esclusi, senza che qualcuno ci chiedesse qualcosa e senza ascoltare le nostre proteste. Grazie alle convenzioni ci hanno rubato la terra e siamo diventati dei senza-terra e senza-diritti. Lo stato svedese ha contribuito agli abusi assumendo un comportamento passivo nelle contrattazioni tra i due paesi sui diritti di pascolo e senza sostenere gli interessi dei Sami. Man mano che la Norvegia si appropriava di pezzi di terra vi trasferiva Norvegesi del Sud, incentivava altri rami economici e negli scorsi 30-40 anni vi ha addirittura trasferito dei Sami norvegesi provenienti da altre regioni (Finmarken) del paese. Il motivo per queste misure è evidente: la regione deve svilupparsi e industrializzarsi ed essere benedetta dalla civilizzazione moderna affinché anche qui si possa godere della politica assistenziale regionale norvegese."

"Gli abusi devono finire!"

Foto: L'allevatore di renne Nils Torbjörn Nutti con la moglie Carina: 'L'allevamento di renne è parte della nostra identità come popolo dei Sami'. Foto Liane Gruda Negli scorsi anni nuove provocazioni, vessazioni e continui abusi da parte dello stato norvegese hanno fatto aumentare i toni del conflitto. Tra le altre cose sono state abbattute le nostre recinzioni, sono state prese decisioni politiche nuove che contraddicono il Lappcodisillen, reti da pesca sono state arbitrariamente confiscate, siamo stati ostacolati nell'esercizio del nostro lavoro e ci hanno imposto multe salatissime per un presupposto uso illegale dei pascoli. Tutto ciò accade nel 2006, quando pensavo che fossimo in un'era moderna e in uno stato di diritto che rispetta i diritti degli uomini! Noi Sami abbiamo la sensazione che il limite della sopportazione sia stato raggiunto, che gli abusi devono finire. Chiediamo ai due stati di ragionare e di assumersi la propria responsabilità, chiediamo soprattutto alla Norvegia di riconoscere il nostro diritto su questa terra e di contribuire a trovare una soluzione al conflitto.

Sembra quasi che il vecchio accordo, il Lappcodisillen del 1751, con il quale i due re avevano fissato e tutelato i nostri diritti, sia stato dimenticato o nascosto. Un accordo non può essere sciolto unilateralmente da uno dei due paesi, e nemmeno da entrambi i paesi senza che questo significhi calpestare i nostri diritti. Abbiamo lottato a lungo per ottenere il riconoscimento dei nostri diritti e per avere restituite le terre che ci hanno rubato. La nostra situazione è già abbastanza difficile e se dovessimo perdere altra terra, la sopravvivenza basata sull'allevamento delle renne sarà possibile solo limitatamente e andrebbe persa una parte importante dell'identità dei Sami come popolo. Per quanto riguarda il conflitto con i Sami norvegesi, questo nasce dal fatto che i nostri pascoli estivi sono stati dati loro come pascoli invernali, nonostante siano poco adatti come pascoli invernali.

Certamente le renne vi possono pascolare per un breve periodo, ma non per tutto l'inverno. Per risolvere il problema abbiamo offerto loro l'utilizzo dei nostri pascoli invernali in Svezia, ma la nostra proposta non è stata ascoltata, né dai Sami norvegesi né tantomeno dal governo norvegese. Sembrerebbe quasi che i Sami norvegesi si accontentino dell'attuale situazione e di svernare le loro renne con mangime secco. I nostri colleghi norvegesi hanno evidentemente capito che la regione è utilizzabile solo come pascolo estivo, così come accade da secoli, altrimenti non alimenterebbero i loro animali con mangime. Si vuole forse che sia questo il futuro dell'allevamento di renne? Uno stato può arrogarsi il diritto di incentivare solo i propri interessi a scapito degli altri? Sono dell'opinione che dobbiamo tutti tornare sui nostri passi e trovare insieme delle soluzioni. Siamo costretti alla cooperazione per poter sopravvivere, e nessuno vuole avere più vantaggi dell'altro. O forse l'assimilazione è già talmente avanzata che gli stessi Sami si occupano degli affari dello stato?

L'impegno per i diritti umani - o solo uno spechietto per le allodole?

Conflitto: Pascoli estivi nella zona di frontiera tra Norvegia e Svezia. Foto Liane Gruda Negli ultimi 10-20 anni abbiamo visto la Norvegia come un paese che generalmente si impegna per i diritti umani e anche per i diritti dei Sami, p.es. con la ratifica della Convenzione ILO 169, la formazione della rappresentanza Sami "Sametinget" e infine con la legge "Finnmark". Ma nella pratica questa benevolenza si estende forse solo sui propri cittadini e contribuenti? Perché di fatto sembrerebbe che la Norvegia non voglia riconoscere i Sami come popolo, come il popolo originario della regione, con una sua lingua , una sua cultura e proprie forme economiche, che si è guadagnato il diritto all'utilizzo della terra avendola usata per secoli e millenni.

Siamo un popolo che come risultato della politica delle grandi potenze è stato diviso in cittadini di diversi stati. Contemporaneamente sia la Norvegia sia la Svezia si sono impegnate a combattere l'ingiustizia in altri paesi. O si tratta solo di uno specchietto per le allodole che serve a distogliere l'attenzione dalla propria coscienza sporca? A proposito, a suo tempo fu proprio la Svezia a prendere l'iniziativa per la formazione della Commissione di elaborazione della convenzione ILO n. 169.

La nostra lotta per la restituzione dei vecchi pascoli è sostenuta da molte lettere della popolazione locale di Troms Fylke in Norvegia che chiede le stesse cose ai politici norvegesi. Già da tempo la popolazione locale ci ha dimostrato il suo sostegno grazie a incontri, colloqui e contributi sui mezzi d'informazione locali. Ora ci aspettiamo la stessa comprensione dai responsabili di Oslo e di Stoccolma. E' ora che gli stati e i loro politici si assumano la responsabilità di far seguire alle belle parole anche i fatti concreti e di dimostrare che la tutela delle minoranze e l'interculturalità non valgono solamente nei paesi altrui, ma anche a casa propria, nei confronti della popolazione originaria, i Sami!

Contatti e ulteriori informazioni:
Nils Torbjörn Nutti, Tel. 0046 - (0)980 - 213 29
Hans-Joachim Gruda, c/o homo peregrinus, Tel. 0049 - (0)30 - 405 399 48


Vedi anche:
* www.gfbv.it: www.gfbv.it/3dossier/siberia/klima2006-it.html | www.gfbv.it/3dossier/eu-min/it-mayr-it.html | www.gfbv.it/2c-stampa/2006/060316it.html | www.gfbv.it/2c-stampa/2005/050930ait.html | www.gfbv.it/3dossier/siberia/sibiri-it.html | www.gfbv.it/3dossier/eu-min/altrelingue.html | www.gfbv.it/3dossier/eu-min/pak-lingue.html | www.gfbv.it/3dossier/3indice.html#eu-min

* www: www.saamicouncil.net | www.sametinget.se | www.verddeviessu.org/engindex.html | www.dmoz.org/Society/Ethnicity/Sami/ | www.itv.se/boreale/samieng.htm | www.taigarescue.org | http://it.wikipedia.org/wiki/Sami | www.npolar.no/ansipra/english/index.html

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