Bolzano, Göttingen, L'Aia, 27 febbraio 2007
Il procuratore capo Luis Moreno-Ocampo della Corte Penale
Internazionale dell'Aja ha formalizzato oggi l'accusa contro due
indagati per i crimini di guerra in Sudan Occidentale.
L'Associazione per i Popoli Minacciati (APM) saluta questo passo
verso la fine dell'impunità ma lamenta al contempo il
fatto che tra gli indagati non compaia il capo dei servizi
segreti sudanesi Salah Abdallah "Gosh". Gosh può infatti
essere considerato il pianificatore strategico della campagna di
annientamento della popolazione africana del Sudan. L'APM
sospetta che Gosh possa godere della protezione di alti livelli
governativi statunitensi e inglesi che considerano Gosh un
alleato nella lotta internazionale al terrorismo. La vicenda
dimostra ancora una volta l'ipocrisia dei governi occidentali per
i quali la presunta lotta al terrorismo è evidentemente
prioritaria rispetto alla fine del genocidio in Darfur. Se
veramente si vuole porre fine all'impunità dei criminali
di guerra del Sudan, bisogna processare anche tutti gli ideatori
del genocidio.
Grazie a una missione segreta della CIA, i servizi segreti
statunitensi, nel 2005 Salah Abdallah, chiamato Gosh, è
stato portato nel quartiere generale della CIA a Langley
(Virginia) per dei colloqui sul terrorismo. Nel novembre 2006 il
Ministero degli Esteri britannici ha ammesso che in marzo e
agosto 2006 Gosh si trovava in Gran Bretagna per delle cure
mediche e che durante il suo soggiorno egli ha incontrato
emissari del governo britannico. Il capo dei servizi segreti
sudanesi è considerato uno degli uomini più potenti
del paese, che controlla sia i servizi segreti sia l'esercito. In
considerazione del fatto che l'esercito sudanese sostiene di
fatto le incursioni delle milizie Janjaweed con la fornitura di
armi e con attacchi aerei, la responsabilità del genocidio
ricade anche e soprattutto su chi controlla l'esercito.