Bolzano, Göttingen, Berlino, 28 febbraio 2007
Il 1. marzo si
apre ufficialmente l'Anno Polare Internazionale 2007/2008
proclamato dall'International Council for Science (ICSU -
Consiglio Internazionale per le Scienze) e dal World
Meteorological Organisation (WMO - Organizzazione Meteorologica
Internazionale). Per un anno scienziati di tutto il mondo
studieranno l'importanza dell'Artico e dell'Antartico per il
clima e gli ecosistemi della terra. I poli si riempiranno di
scienziati che misureranno, osserveranno, studieranno per
riuscire a capire meglio il nostro pianeta e il suo clima.
I popoli indigeni dell'Artico sono tra le popolazioni più
colpite dal cambio climatico. Da anni essi osservano i gravi
cambi climatici e le conseguenze sull'ambiente e loro malgrado
posseggono ormai una vasta conoscenza locale e concreta
sull'argomento che gli scienziati dovrebbero non solo prendere in
considerazione ma anche includere nel loro lavoro di
ricerca.
Mentre l'estrazione di risorse naturali è severamente
regolamentata se non addirittura proibita nella regione
antartica, le 400.000 persone appartenenti alle popolazioni
indigene del Polo Nord non hanno alcuno standard legislativo a
cui potersi appigliare nella lotta per la tutela del loro
ambiente. Lungi dal sostenere le comunità indigene nel
superare le conseguenze disastrose del cambio climatico e dello
scioglimento dei ghiacci, i governi e le multinazionali sfruttano
anzi i cambi ambientali per estrarre con maggiore facilità
le risorse naturali del sottosuolo artico.