Bolzano, 17 settembre 2007
E' con stupore che l'Associazione per i popoli minacciati
(APM) prende atto del fatto che la SVP vuole reintrodurre uno
sbarramento elettorale. Lo sbarramento elettorale era stato
annullato dalla Corte costituzionale nel 1998 perché,
essendo contrario ai diritti della minoranza ladina, fu ritenuto
anticostituzionale. Uno sbarramento elettorale, formulato in
qualsiasi modo, impedirebbe ad ogni partito ladino autonomo di
entrare in Consiglio provinciale, con questo lo sbarramento
equivarrebbe al divieto per un partito e i divieti di partito
fanno parte del repertorio dei partiti totalitari.
Non a caso la SVP a Roma ha sempre lottato contro uno sbarramento
elettorale, perché contrario agli interessi delle
minoranze; a Bolzano proprio la SVP vuole introdurre uno
sbarramento e con questo praticherebbe una politica contro le
minoranze, non solo secondo la Corte costituzionale, ma anche
secondo le proprie affermazioni. La SVP vuole reintrodurre lo
sbarramento nonostante sia già stato annullato una volta
dalla Corte costituzionale. Quando si tratta dei diritti dei
Ladini, questo partito non accetta nemmeno i principi garantiti
da una costituzione democratica.
Il fatto che la SVP stia reintroducendo lo sbarramento elettorale
e con questo non rispetti un verdetto della Corte costituzionale,
fa emergere paragoni con il signor Haider. Chi ha intenzione di
abolire i diritti democratici fondamentali di una minoranza,
esclude se stesso dalla comunità dei partiti democratici.
Perfino il nazionalismo italiano del dopoguerra non ha mai preso
simili misure nei confronti del gruppo linguistico tedesco. Con
questo la SVP riguardo a nazionalismo e ostilità contro le
minoranze può dirsi la prima della classe.