Bolzano, Göttingen, 28 marzo 2008
In considerazione delle forti
divergenze tra i ministri dell'UE a proposito di una reazione
europea unitaria alla persecuzione dei Tibetani in Cina e in
vista delle due giornate di consultazioni tra ministri in
Slovenia, l'Associazione per i Popoli Minacciati (APM) chiede
all'Europa una seria riformulazione della politica europea nei
confronti della Cina. La politica europea deve basarsi con
coerenza sui principi dei diritti umani ponendo in secondo piano
i molteplici interessi economici.
L'Unione Europea offre un quadro desolato di divergenze di
opinioni per quanto riguarda l'eventuale boicottaggio della
cerimonia di inaugurazione dei Giochi Olimpici a Pechino. Mentre
il primo ministro polacco Donald Tusk e il presidente ceco Vaclav
Klaus hanno già annunciato che non si recheranno a Pechino
e la Francia e il Belgio non hanno escluso il boicottaggio della
cerimonia, il primo ministro Gordon Brown ha invece dichiarato
che parteciperà alla cerimonia a Pechino in considerazione
dei Giochi Olimpici a Londra nel 2012. Anche il presidente della
Commissione Europea Javier Barroso ha già decretato, prima
ancora delle consultazioni ufficiali, che un boicottaggio
è da escludere. Al contrario il presidente del Parlamento
Europeo Hans-Gert Pöttering sostiene il boicottaggio della
cerimonia inaugurale.
La politica europea verso la Cina non ha nulla di coerente, non
è credibile e invece di essere orientata secondo interessi
comuni ognuno cerca di portare avanti gli interessi particolari
dei singoli paesi membri dell'UE. In questo modo l'Europa non
otterrà mai alcun cambiamento in positivo della situazione
dei diritti umani in Cina.