Bolzano, Sarajevo, 28 agosto 2008
Manifestazione di profughi bosniaci.
In relazione alla richiesta di grazia avanzata da Biljana
Plavsic, che attualmente sconta una pena di 11 anni in un carcere
svedese inflittale dal Tribunale Internazionale dell'Aia per i
crimini di Guerra nell'ex-Iugoslavia (ICTY), l'Associazione per i
Popoli Minacciati - Bosnia Erzegovina si è appellata al
Ministero della Giustizia e al governo della Svezia perché
la richiesta della Plavsic non venga accettata.
Biljana Plavsic è stata presidentessa dei Serbi di Bosnia
e ha fatto parte dell'establishment di Karadzic, che a sua volta
è accusato dall'ICTY di crimini di genocidio e crimini
contro l'umanità. Nel 2002 la Plavsic aveva confessato le
sue responsabilità nei massacri, negli stupri di massa,
nella messa in fuga della popolazione, nelle deportazioni in
campi di concentramento e nella distruzione di città e
villaggi; il Tribunale Internazionale dell'Aia la condannò
nel 2003 a 11 anni di detenzione. La sua confessione aveva
risvegliato in migliaia di vittime sopravvissute e nei familiari
degli assassinati e scomparsi la speranza che fosse veramente
fatta giustizia. Il verdetto a soli 11 anni ha però
disilluso migliaia di persone e ha notevolmente incrinato la
credibilità del Tribunale Internazionale presso le vittime
e i loro familiari.
L'attuale richiesta di grazia di Biljana Plavsic viene concepita
e sentita come scandalosa poiché il verdetto a soli 11
anni di detenzione per aver commesso i peggiori crimini dalla
fine della Seconda Guerra Mondiale aveva già costituito un
atto di clemenza. L'Associazione per i Popoli Minacciati - Bosnia
Erzegovina chiede quindi al Ministero di Giustizia svedese e al
governo della Svezia di non accogliere la richiesta di grazia e
di rilascio anticipato di Biljana Plavsic.