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Bolzano, Göttingen, 27 aprile 2009
Profughi dal Darfur.
In seguito all'espulsione di cooperanti internazionali dal
Sudan occidentale, la 64-enne attrice americana Mia Farrow, da
diversi anni attivamente impegnata nella causa del Darfur, ha
deciso di iniziare oggi uno sciopero della fame con il quale
rompere il muro di silenzio e indifferenza che la comunità
internazionale sembra riservare all'immane tragedia in corso nel
paese africano.
E' sconcertante con quale lentezza e attenzione per l'etichetta
diplomatica la comunità politica internazionale reagisca a
quanto succede in Darfur, nell'evidente e completa mancanza di
volontà di far valere e rispettare anche solo gli standard
minimi di umanità e diritti umani.
L'espulsione dei cooperanti internazionali si profila come atto
di ritorsione del regime sudanese per il mandato di arresto
internazionale spiccato dalla Corte di Giustizia Internazionale
contro il presidente sudanese Bashir, e dimostra quanto poco il
regime sia interessato a facilitare per lo meno un'adeguata
assistenza umanitaria alla popolazione civile della regione.
Cinque milioni di persone, affamate, traumatizzate e senza
assistenza sanitaria, sono di fatto ostaggio di un regime
interessato unicamente ad assicurare il proprio potere. A sei
anni dall'inizio del genocidio in Darfur, la pace nella regione
sembra essere più lontana che mai.
L'Associazione per i Popoli Minacciati (APM), che in passato ha
già collaborato con la Farrow per la questione del Darfur,
comprende la rabbia dell'attrice, ma è comunque
preoccupata per la salute della 64-enne che per le prossime tre
settimane intende assumere solo acqua arricchita di vitamine.
Negli scorsi tre anni, l'APM ha organizzato insieme alla Farrow
diverse manifestazioni per i diritti umani, tra cui un incontro
pubblico di vittime del genocidio in Ruanda, Bosnia e Armenia per
richiamare l'attenzione sul genocidio in corso in Darfur e una
fiaccolata simbolica partita dal Darfur e arrivata in Europa.
Vedi anche in gfbv.it:
www.gfbv.it/2c-stampa/2009/090304it.html |
www.gfbv.it/2c-stampa/2009/090225it.html |
www.gfbv.it/2c-stampa/2009/090217it.html |
www.gfbv.it/2c-stampa/2009/090116it.html |
www.gfbv.it/2c-stampa/2009/090108it.html |
www.gfbv.it/2c-stampa/2008/081203it.html
| www.gfbv.it/2c-stampa/2008/080926it.html
| www.gfbv.it/2c-stampa/2008/080729it.html
| www.gfbv.it/2c-stampa/2008/080714it.html
| www.gfbv.it/2c-stampa/2008/080528it.html
| www.gfbv.it/2c-stampa/2008/080513ait.html
| www.gfbv.it/2c-stampa/2008/080425it.html
| www.gfbv.it/2c-stampa/2008/080411it.html
| www.gfbv.it/2c-stampa/2008/080331it.html
| www.gfbv.it/2c-stampa/2008/080129it.html
| www.gfbv.it/3dossier/africa/darfur-it.html
| www.gfbv.it/3dossier/africa/darfur-man.html
in www: www.wantedforwarcrimes.org
| www.africa-union.org
| www.gurtong.org |
www.peacelink.it/africa/document/german5.html
| web.amnesty.org/library/index/engafr541392004
| www.hrw.org/doc?t=africa&c=sudan
| www.italianblogsfordarfur.it
| www.icc-cpi.int | www.dirittiglobali.it/articolo.php?id_news=1543