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Cina: nuovi ingiusti processi contro 14 Uiguri

Si teme una nuova ondata di condanne a morte

Bolzano, Göttingen, 14 ottobre 2009

Polizia in Piazza Tiananmen a Pechino. Polizia in Piazza Tiananmen a Pechino.

Secondo le informazioni giunte all'Associazione per i Popoli Minacciati (APM), si aprono oggi nello Xinjiang/Turkestan orientale in Cina i processi contro 14 Uiguri accusati di essere stati coinvolti nelle proteste di luglio 2009. L'APM teme una nuova ondata di condanne a morte poiché anche in questo caso le autorità cinesi procedono contro gli accusati con processi svolti in segreto per direttissima che contravvengono a ogni norma internazionale in materia di giurisprudenza. I processi finora tenuti contro persone di etnia uigura non hanno nulla a che vedere con uno stato di diritto ma rispecchiano semplicemente una facile criminalizzazione in base all'appartenenza etnica.

Lo scorso lunedì sei Uiguri sono già stati condannati a morte per aver partecipato alle proteste di luglio 2009 e un altro Uiguro è stato condannato all'ergastolo. Almeno altri 78 Uiguri coinvolti nelle proteste dell'estate scorsa dovranno ancora essere processati. Finiti i festeggiamenti per il 60esimo anniversario della fondazione della Repubblica Popolare Cinese, è più che probabile che le autorità cinesi tornino a punire con estrema durezza gli appartenenti alla minoranza etnica degli Uiguri, istigando così ulteriormente la tensione e la violenza tra Uiguri e i cinesi Han immigrati nello Xinjiang.

Nessun altro gruppo etnico in Cina soffre l'arbitrarietà delle autorità quanto gli Uiguri che sono anche le maggiori vittime delle condanne a morte in Cina. Dal 1997 a oggi oltre 720 Uiguri sono stati giustiziati in seguito a condanne a morte per motivi politici.