In: Home > News > Repubblica Centrafricana: 21 morti in conflitti interreligiosi.Dimenticati dal mondo 840.000 profughi hanno urgentemente bisogno di aiuto
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Bolzano, Göttingen, 25 agosto 2015
François, giardiniere a Bangui, capitale della Repubblica Centrafricana. Foto: CC BY-NC-SA 2.0 Brice Blondel (flickr.com).
Nonostante la presenza dei Caschi Blu delle Nazioni Unite
continuano le tensioni e la violenza tra le milizie di
orientamento cristiano e quelle di orientamento musulmano nella
Repubblica Centrafricana. Secondo le ultime notizie dallo scorso
20 agosto 21 persone sono morte negli scontri tra milizie nella
città di Bambari nel centro del paese. Il paese è
una polveriera e soprattutto nelle regioni rurali dove vige
l'impunità ed è assente lo stato di diritto, gli
scontri armati tra milizie continuano a mettere in fuga la
popolazione. Il paese ha un urgente bisogno di aiuto nella
ricostruzione e nella reintegrazione di 840.000 profughi.
Difficilmente il paese potrà trovare una pace stabile
fintanto che i giovani non hanno alcuna prospettiva di vita se
non quella di arruolarsi in una delle milizie che terrorizzano il
paese.
Scatenati dall'assassinio di un giovane musulmano, gli scontri
armati si sono protratti per diversi giorni mentre la popolazione
civile ha tentato di fuggire nella boscaglia. Solo poco prima, il
22 settembre, una manifestazione di cristiani chiedeva maggiore
protezione da parte dei Caschi Blu inviati nella regione. Ma
necessitano di maggiore protezione anche gli appena 30.000
musulmani rimasti nel paese dopo le cosiddette "pulizie etniche"
compiute dalle milizie cristiane. Gli scontri tra le milizie
Seleka musulmane e le milizie Anti-Balaka cristiane sono
particolarmente frequenti nelle regioni occidentali del
paese.
Nonostante la situazione nella capitale Bangui sia considerata
stabile, anche qui la violenza continua a riaccendersi.
All'inizio di agosto a Bangui sono morte cinque persone per gli
scontri tra le milizie mentre lo scorso 2 e 3 agosto sono morte
dodici persone in scontri tra le milizie Anti-Balaka e nomadi
Peul.
A sedici mesi dall'invio della missione di pace delle Nazioni
Unite con il compito di proteggere la popolazione civile, un
quinto dell'intera popolazione del paese è in fuga e 2,7
milioni di persone dipendono completamente dagli aiuti umanitari
provenienti dall'estero. Circa 370.000 persone sono profughi
interni mentre altre 471.000 hanno cercato rifugio nei paesi
vicini. La situazione dei campi profughi soprattutto in Camerun e
Congo è veramente drammatica. 350.000 persone sono stipate
in campi in cui manca davvero tutto. Questi profughi sono
completamente dimenticati dal mondo a cui il conflitto in corso
nella Repubblica Centrafricana non sembra interessare.
Vedi anche in gfbv.it:
www.gfbv.it/2c-stampa/2014/140605it.html
| www.gfbv.it/2c-stampa/2014/140428it.html
| www.gfbv.it/2c-stampa/2014/140305it.html
| www.gfbv.it/2c-stampa/2014/140218it.html
| www.gfbv.it/2c-stampa/2014/140109it.html
| www.gfbv.it/2c-stampa/2014/140103it.html
| www.gfbv.it/2c-stampa/2013/131211it.html
| www.gfbv.it/2c-stampa/2013/131124it.html
in www: http://it.wikipedia.org/wiki/Repubblica_Centrafricana