Bolzano, Göttingen, Lipsia, 20 ottobre 2006
L'Associazione per i popoli minacciati (APM) ha chiesto oggi
alla Presidente cilena Michelle Bachelet, in visita a Lipsia,
l'immediata liberazione di quattro Mapuche attualmente in
carcere. In una lettera consegnata personalmente l'APM critica la
cosiddetta Legge antiterrorismo (Legge n. 18.314), operativa
durante la dittatura di Pinochet tra il 1973 e il 1990 e che nel
1997 era stata ulteriormente inasprita: in base a questa legge i
Mapuche sono stati condannati a pene detentive e pecuniarie
incredibilmente elevate. Questa legge trasforma i Mapuche in
terroristi, che con i mezzi della protesta civile lottano per il
riconoscimento dei propri diritti alla terra. Durante il processo
sono stati usati testimoni "anonimi" sconosciuti alla difesa e di
cui non si possono verificare le dichiarazioni.
I quattro prigionieri politici Mapuche Patricia Troncoso Robles
(36), Patricio Marileo Saravia (31), Jaime Marileo Saravia (27) e
Juan Carlos Huenulao Lienmil (39) Devono scontare pene detentive
di oltre dieci anni e pagare risarcimenti per oltre 400 milioni
di Pesos cileni (ca. 620.000 euro). Hanno partecipato ad una
occupazione di terra in cui è andata a fuoco una macchina
agricola.
La Presidente Bachelet si impegna per far luce sull'oscuro
capitolo della più recente storia cilena. Per questo ci
appelliamo a lei perché venga finalmente abolita questa
legge antiterrorismo: questa legge non è degna di una
democrazia. La Legge n. 18.314 criminalizza i Mapuche
perché lottano per la restituzione delle proprie terre
rubate. Gli attivisti per i diritti civili mapuche si lamentano
del fatto che possono essere processati per terrorismo solo
perché sotto la dittatura di Pinochet hanno marciato
pacificamente o dimostrato per sollevare l'attenzione contro
l'espropriazione delle proprie terre. L'occupazione delle zone
boschive dei Mapuche, che oggi sono utilizzate come piantagioni
di legno per la produzione di cellulosa, o il blocco di strade
utilizzate dalle aziende che sfruttano il legname possono portare
perfino all'incriminazione in base alla legge antiterrorismo.
L'incendio terroristico di veicoli, di macchine per la
lavorazione del legno o di depositi di legname sono in questi
casi le normali accuse.
L'applicazione di questa legge contro dirigenti Mapuche impegnati
nelle rivendicazioni territoriali del proprio popolo è
stata pesantemente criticata anche dall'incaricato speciale delle
Nazioni Unite per gli Affari Indigeni, Rodolfo Stavenhagen. Nel
2003 aveva esplicitamente raccomandato al governo cileno di
prendere misure affinché si evitasse la criminalizzazione
delle legittime attività di protesta e di rivendicazione
sociale e contro il furto della propria terra del popolo Mapuche.
I Mapuche rappresentano con circa 1,3 milioni di persone circa il
10% della popolazione cilena.