Di Claudio Magnabosco
13 aprile 2004
Una inchiesta sulle condizioni di vita delle
ragazze nigeriane in Italia ha coinvolto 150 clienti/amici, 34
ragazze/prostituite e 12 volontari sparsi in tutta Italia.
La realtà è diversa e più grave di quella
raffigurata da ministeri, organizzazioni internazionali, forze
dell'ordine, associazioni di volontariato e media.
Continuano ad arrivare in Italia giovani clandestine
nigeriane; non provengono più dalle zone urbanizzate, ma
da quelle interne, dove le notizie sulla tratta sono meno
diffuse; è - cioè - cambiata la strategia di
reclutamento delle ragazze. Le ragazze non confidano a nessuno le
modalità del loro viaggio di arrivo in Italia, ma
sicuramente non sono finiti i viaggi della disperazione compiuti
attraversando il deserto, disseminato di sofferenze e di morte.
Le maman sono coadiuvate da sempre più numerosi ragazzi
africani, presunti amici/fratelli/fidanzati delle ragazze;
questi, in realtà, le sfruttano e le controllano,
ricorrendo ad un inganno affettivo fino ad oggi per lo più
sconosciuto nell'ambiente africano, ma utilizzato dal racket
dell'Est europeo; è - cioè - cambiata la strategia
di controllo delle ragazze.
Si nota una commistione malavitosa tra i racket est-europeo,
africano ed italiano; che albanesi e rumeni controllino ragazze
africane è, tuttavia, un fatto sorprendente e se solo
occasionale, presto i racket si scontreranno per il controllo del
mercato; è cambiato - cioè - il racket e le ragazze
sono sempre più spesso vendute. Senza un accompagnamento
dopo la denuncia, il percorso comunitario, l'acquisizione di
documenti e l'avvio al lavoro, quando le ragazze si trovano in
difficoltà tornano a prostituirsi; le misure di
reinserimento - quindi - non sono efficaci. Anche le coppie
(cliente/ragazza) regolarizzate trovano difficoltà per la
casa (saltano i contratti di affitto) e per il lavoro; gli uomini
rischiano di perdere i figli nati dal precedente matrimonio
perchè la loro relazione con una africana viene
stigmatizzata moralmente dai familiari; il contesto sociale -
quindi - è ancora impregnato di razzismo. I media
accentuano il loro interesse strumentale per i clienti e per le
prostitute, più che per ascoltarne voce-esigenze e
proposte, per trarne testimonianze crude e lacrimevoli,
spettacolarizzando parodisticamente i problemi e rinunciando a
fare vera informazione.
La maggior parte delle ragazze non si prostituisce più in
strada, ma in appartamenti: nei condomini più decorosi, le
proteste degli inquilini sono mitigate dalla pietà verso
le ragazze e dal timore di ritorsioni esplicitamente minacciate
da chi le controlla. Aumenta tra i clienti il numero degli
extracomunitari che hanno minori disponibilità economiche
e considerano le ragazze soltanto come oggetti; anche molti
clienti italiani sono privi di scrupoli, ma almeno alcuni di loro
diventano risorsa positiva per le ragazze; è cambiata,
quindi, la tipologia dei clienti e l'atteggiamento delle
autorità è tollerante, poiché considera la
disponibilità di prostitute per gli stranieri come un
calmiere.
La clientela italiana è costituita da un numero sempre
maggiore di approfittatori che potendo offrire alle ragazze
lavoro occasionale, abitazione, prestiti, cibo, ecc. esigono in
cambio prestazioni sessuali e denaro; è aumentato -
cioè - il numero degli sfruttatori delle ragazze. Cresce
il numero degli esercizi commerciali gestiti da stranieri che
offrono alle ragazze lavoro temporaneo, documenti veri e falsi,
prestiti, contatti con nuovi clienti, casa; le ragazze pagano con
prestazioni sessuali, consegnano i documenti (che vengono clonati
e riciclati), effettuano commissioni (anche consegne di droga
attraverso imprudenti clienti/amici); sono - cioè -
aumentati i vincoli della clandestinità delle
ragazze.
Con meno numerosi e meno generosi clienti e più oneri per
sopravvivere, molte ragazze si spostano in diverse
località italiane ed estere alla inutile ricerca di piazze
redditizie; dopo poche settimane tentano di tornare in Italia;
prive di documenti e di soldi, ricorrono agli amici/clienti
italiani o contraggono nuovi debiti legandosi a nuovi
sfruttatori. Sono più di 100 le ragazze africane
assassinate in Italia in 2 anni. Le vittime di violenze che hanno
fatto ricorso a strutture sanitarie pubbliche sono molte;
più numerose quelle che, per paura, non si sono fatte
curare; cresce il numero delle ospiti di servizi di psichiatria.
Si stanno moltiplicando le iniziative ed i progetti rivolti ai
clienti; la più interessante è il sito www.chisei.org, attivato a
Roma.
Questi i dati; una seconda parte dell'inchiesta, dedicata alle
opinioni ed alle idee delle ragazze e dei loro amici, è in
fase di elaborazione.
Progetto "La ragazza di Benin City", Claudio Magnabosco (claudio.magnabosco@tiscali.it), Via Parigi 80, 11100 Aosta, cell. 340.7718024
Il Progetto la ragazza di Benin City è nato dalle risposte al mio romanzo-verità "Akara-Ogun e la ragazza di Benin City" (Quale Cultura-Jaca Book, 2002, esaurito in libreria e scaricabile gratuitamente dal sito internet www.inafrica.it): i lettori han fatto rete, entrando nel vivo delle problematiche della tratta, dando voce alle ragazze/prostituite ed ai loro clienti/amici. I gruppi di auto-mutuo per clienti e per vittime della tratta attivati dal Progetto, si fondano sull'anonimato e sulla riservatezza, principi e regole dei quali sono personalmente garante. Voce del Progetto ne sono i documenti; mio compito è dar visibilità globale al Progetto (esperienze personali /libro/progetto/gruppi di auto mutuo aiuto), avendo cura che non sia riduttivamente strumentalizzato. La pièce teatrale "Isoke" del Teatro Incerto di Udine, ispirata dal romanzo, ha avuto successo e può esser rappresentata ovunque venga richiesta. Prosegue la ricerca di canzoni e poesie dedicate alle ragazze africane, in vista di una pubblicazione. "Clienti anonimi-clienti anomali" è il titolo del saggio/strumento di lavoro di un ciclo di incontri in tutta Italia, in corso di preparazione, volti ad attivare nuovi gruppi di auto-mutuo aiuto. E' in stampa il romanzo "Tre notti con Akara-Ogun", epilogo del precedente romanzo, introspezione sulle implicazioni del voodoo e sulle problematiche affettive. Il sito www.inafrica.it pubblica in saggio di Antonio G. dal titolo Il papagiro, che può essere anche questo scaricato gratuitamente. Il 9 maggio 2004 si terrà a Torino (Fiera del Libro) la premiazione della terza edizione del Premio Progetto la ragazza di Benin City.